lunedì 29 settembre 2014

Il lavoro che non c'è...

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Ogni  volta che si parla di lavoro, la prima cosa da fare è abolire l'articolo 18, quintessenza delle ragioni per cui il lavoro manca: badate bene, non è un problema di tasse che intasano il funzionamento di un'azienda, nemmeno di burocrazia che snerva l'imprenditore ormai svuotato da ogni energia di sopportazione, o la lentezza di giudici sempre pronti ad un rinvio, che non sentenziano mai in tempi brevi, almeno in medie europee, ma la libertà di poter licenziare...?

E' singolare che i sindacati si battano strenuamente per il mantenimento dell'articolo 18,  inesistente nei loro contratti di lavoro, e  che non  tutti i dipendenti hanno...

Nessun dipendente italiano di un sindacato, può godere dell'impossibilità di un licenziamento senza giusta causa: uno starnuto, e sei fuori...!

Però barricate, scioperi, scontri, perchè il diritto "sacrosanto" di fare il lavativo sia mantenuto: lavoro fisso significa poter avere un mutuo, per esempio, ma non dovrebbe essere un problema da risolvere con le banche, senza crearne tanti a catena...?

Va bè, sono convinto che sia giusto o piuttosto ingiusto, fate voi, libera scelta: ma non è questo l'ostacolo, bensì la facilitazione burocratica di cui sopra, la tassazione e la velocità di una sentenza nel dare ragione all'azienda di entrare in possesso di quanto fatturato, o di un lavoratore che debba sapere di che "morte" debba perire...

In Italia,  quella delle banane di cui scrivo e riscrivo, la ragione è sempre un'altra, e raramente è quella giusta; in effetti, si mena  il can per l'aia, distogliendo l'interesse dalle ragioni vere, quelle che veramente non devono essere toccate per non "sconsecare" gli altarini della giustizia che non funziona e della tassazione a livelli astrali.

Come mai in Germania, per esempio, una causa di lavoro dura 120 giorni contro i 4 anni italiani...?

Sono i giudici, quelli che impongono i propri periodi di ferie, a lavorare poco o le cancellerie che sono sottodimensionate...?

Credo e sono fermamente convinto che siano i giudici la causa, e che la corporazione si difenda bene a discapito dei cittadini, ben poca cosa davanti alla casta...
Stativi buoni.
Roy



giovedì 25 settembre 2014

Napolitano, De Mita, Mancino, gli smemorati di Collegno....


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Trattativa Stato-mafia, la Corte: 


“Napolitano deve testimoniare in aula”

Il Capo dello Stato chiamato a deporre per decisione del presidente della Corte d'Assise di Palermo che celebra il processo. Nell'udienza di oggi, Ciriaco De Mita non ricordava quando fosse avvenuta la strage di Via D'Amelio.


Chiunque abbia avuto l'opportunità di confrontarsi con questi tre signori, si sarà accorto della lucidità luciferina che li contraddistingue: si ricordano pure come eravate vestiti la volta precedente.

Ebbene, ora non ricordano, nessuno era lì, e se c'era non sentiva...alla siciliana insomma, ma la storia finirà e se troveranno qualche giudice serio, almeno in vecchiaia forse, pagheranno altri peccati che non riusciamo a dimostrare.

L'Italia, si sa, apprezza la gente come loro, i gattopardi, quelli che parlano da sempre di cambiamento senza manco un tentativo per operarlo. 

E oggi sul "Foglio" di Ferrara ho letto "..chi è il Papa per ergersi a giudice dell'ex  cardinale pedofilo..?".

Mi sarei meravigliato del contrario; 
questo signore ex comunista, ex socialista, ex forzista, ex pdiellino, ed ora renziano, è tutto ed il contrario, lui e la sua gentile signora: cazzisti per sempre...

Naturalmente guardando Ferrara, sorge qualche dubbio sulle sue capacità sessuali di ogni ordine e grado, senza voler giudicare,  ma certamente non condivisibili.

Papa Francesco non è in grado di giudicare, secondo il nostro, mentre un giudice lo è, forse, chissà...

Non so se ritenesse che un'individuo immondo fosse in basso nella scala dei valori cristiani e morali oltre che, ritengo, etici...

Se non consideriamo qualche cultura orientale non proprio in linea con la nostra...

Ma l'Italia è questo, cioè il nulla: tutto ed il contrario...

Abbiamo Genni 'a carogna, 
il carabiniere Cow Boy, 
i  politici alla Ghedini, "uomo di legge" che ritiene di truffare i cittadini con il suo assenteismo senza fare danno, 
ed i grillini che giocano a fare i parlamentari senza parlare con gli altri....
I leghisti  amano Roma chiamandola ladrona, e la sinistra  fa del bene a Berlusconi, che unico, continua, imperterrito ad essere il verme che è sempre stato: d'altra parte la "classe" non è acqua...
Stativi  buoni.

Roy


lunedì 22 settembre 2014



LA FUGA DI RICCARDO MUTI 


DALL’OPERA DI ROMA ARRETRA 

L’ITALIA COME LE SCONFITTE 

DELLA FERRARI,


IL FALLIMENTO DELL’ALITALIA,

IL TRAMONTO DELLA FIAT.


E A MATTEO RENZI DOVREBBE 

STARE PIÙ A CUORE DELLA 

MOZZARELLA DI EATALY E DEL 

GELATO DI GROM.


ANCHE PERCHÉ NEL TRIONFO DEL 

GROTTESCO MOBBING SINDACALE 

DEGLI ORCHESTRALI PIÙ PAGATI 

DEL MONDO CONTRO LA 

BACCHETTA PIÙ GENIALE (E PIÙ 

FRAGILE) C’È L’ARTICOLO 18.


CERTO, È VERO CHE OVUNQUE LA 

MUSICA VA A PUTTANE.


A GENOVA PER UN’IPOTESI DI 

CORRUZIONE DI 50 MILIONI.


A MILANO PER IL CONFLITTO DI 

INTERESSI DEL SOVRINTENDENTE 

PEREIRA CHE HA COMPRATO PER 

SÉ DA SE STESSO.


IL SAN CARLO DI NAPOLI È 

COMMISSARIATO.


MA È CON ROMA CHE SI ARRIVA AL 

CRAC DELL’ORCHESTRA- ITALIA 

PROFETIZZATO DA FELLINI.


LA VERITÀ È CHE L’ITALIA 

PREDILIGE I TROMBONI E FA 

SCAPPARE I MAESTRI, AFFIDA LE 

ISTITUZIONI CULTURALI ALLE 

CLIENTELE MA NON REGGE LA 

BELLEZZA E LA GRANDEZZA.


MUOVERE LA TESTA A RITMO?


VA BENE SE C’È L’INDENNITÀ.


L’IMPOSSIBILE GESTIONE DEI 

TEATRI.


Genni ‘a carogna, Denis (?) Verdini, Fuksas, Pisapia, Fassino…

Mancava il bugiardo per antonomasia nell’elenco: il “fantastico”,  il “meraviglioso”, l’ ”incommensurabile” Matteo  Renzi…!

Questo è il Bel Paese, come un vero formaggio, addentato da topi vergognosi che tentano di portarlo al baratro.

Il “costituzionalista” macellaio Denis Verdini è stato rinviato a giudizio, pertanto l’altra “costituzionalista” Boschi, dovrà trovarsi un altro interlocutore: si candidano ciabattini, spazzini e collezionisti di tappi da birra…

Quattro mesi dopo l’evento, la magistratura incarcera quello strano individuo ('a carogna...?) di non chiara discendenza, che “incendiò” lo stadio Olimpico  della Champion e mortificò l’Italia   intera, mentre il “fantastico” in tribuna, assisteva inebetito allo scempio…

E ancora, Massimiliano Fuksas, il pazzoide che pretende 20 mln dal Comune di Torino per aver speso 300 mln di torre sede della regione: il sindaco di sinistra Fassino ovviamente, intende così rispettare la revisione della spesa, mentre la gente si suicida e la disoccupazione non ha più alcun freno…

In ultimo “zeppolella” Pisapia da ex magistrato, grande stigmatizzatore delle accuse destrorse sulla cosiddetta giustizia ad orologeria: ora che il Tar ha bloccato i metodi di distribuzione spazi sotto la galleria milanese, destinata esclusivamente a pochi eletti che capiscono di “bellezza”…, non condivide  più le scelte dei suoi ex colleghi...!

Il povero Muti non avrà grandi riscontri, quindi, per la sua terribile denuncia: si, tutti si mostreranno fermamente colpiti, per non farsi scorgere irrimediabilmente vuoti ignoranti, ma la grande verità è questa.

L’Italia “appezzottata”da italiani incapaci di scegliere, non ha futuro:  la volgarità di chi comanda e decide,  è l’unica risposta a problemi che s’intensificheranno e noi, attoniti, continueremo a chiederci...perché…?
Stativi buoni.
Roy





venerdì 19 settembre 2014

Secondo Sallusti, non è lui ad essere razzista, sono loro che sono napoletani..


Napoli fa un monumento a chi non 

rispetta la legge

De Magistris vuole istituire "un luogo della 

memoria" per il ragazzo ucciso dopo aver forzato 

un posto di blocco.

Appare inspiegabile la metamorfosi di Giggino, 

passato 


da spietato pm di assalto a uomo docile e 

comprensivo, 


che decide di prodigarsi in prima persona «per fare 

una 

cosa molto giusta e vicina alle esigenze dei familiari 

(con un fratello agli arresti domiciliari, ndr ) e degli 

amici» di Bifolco che, lo ricordiamo, era fuggito all'alt 

dei carabinieri, mentre si trovava in moto e senza casco 

insieme al latitante, Arturo Equabile e il pregiudicato 

Salvatore Triunfo. Scenario di questa tragedia il Rione 

Traiano, uno dei luoghi a più alta concentrazione 

camorristica di Napoli, degradati e abbandonati dalle 

istituzioni (Comune compreso).

L’edicola abusiva installata a Napoli da idioti in cerca di protagonismo, per ricordare Davide Bifolco, fa scattare il bon ton del direttore de “Il Giornale”, il fidanzato di Daniela Santanchè, disturbato dall’arrogante scelta di “premiare” chi non rispetta la legge.

Forse pensa alla stessa legge che ha aggirato più volte come ha fatto, d’altra parte, la compagna.
Uccidere un ragazzino perché era sullo stesso motorino con altri due amici e senza casco, sarà sembrato abominevole al “ligio” direttore, sparargli in petto, dopo avergli guardato gli occhi, è stata solo “giustizia” ha pensato Sallusti.

Beh, certo, se fosse nato nella stessa culla di qualche riccone amico dei compagni Santanchè, il napoletano per giunta povero, avrebbe avuto un proprio ciclomotore, ed il casco, quello che i “ falchi” della Polizia di Stato non gradiscono, non sarebbe stato un problema davanti alle “griffe” dell’abbigliamento.

Quindi, non aveva possibilità di scampo, il carabiniere ha fatto bene a sparare, “l’unico napoletano buono, è quello morto”, parafrasando un modo di dire nel 1880 americano, quando i Cow Boys parlavano degli indiani (pellerossa) che hanno provveduto a sterminare.

Il carabiniere ha sempre ragione, d’altra parte è colui che difende le classi sociali più fortunate dalla melma, dalla plebe che inficia già con la presenza, la bellezza di una giornata al mare su una barca o in un ristorante alla moda.

E poi, vuoi mettere il valore di un carabiniere, santificato ed unto dal Signore nello stesso momento in cui è stato assunto: il capitano colluso con la mafia, l’eccidio in una caserma fra commilitoni, le uccisioni delle fidanzate, e tanti altri episodi di sangue, non fanno testo…!
Stativi buoni.
Roy


lunedì 15 settembre 2014

Valentino Rossi vince in un'Italia che non c'è...

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L’Italia che genera uomini esiste ancora, l’eccezione per una regola infamante che ci vede renziani e allenatori di calcio, o tutti e due, e non è quella dei dirigenti pagati a peso d’oro o della Boldrini nella sua inutilità:

è una piccola pletora di persone che si chiamano Valentino Rossi, Francesca Schiavone e tutti quegli sportivi e uomini veri che a prescindere dalle contingenze, non parlano inglese, non usano ridicoli neologismi idioti emulativi, ma si impegnano quotidianamente nel proprio lavoro con serietà e dedizione.

L’Italia vera, quella dei Messner, quella che non chiede e non ha, senza infingimenti o promotori che spingono per raggiungere altri obiettivi.

Quest’Italia non ha il futuro che merita, perché non è un falso di luoghi comuni come lo stilema delle donne belle che devono ad ogni costo captare l’interesse e dimostrare la propria bravura:

ciò che non era opinabile prima (Berlusconi), diventa fondamentale oggi (Boschi).

La bellezza, equivalente alla stupidità sposata con i facili costumi, diviene valore aggiunto se intercettata dalla sinistra “acculturata e progressista”…!

Non è questa l’Italia che voglio, non risponde alla verità delle coscienze, ma purtroppo, rappresenta l’ipocrisia dei benpensanti che ci costringono a logiche insensate, forti esclusivamente della superiorità numerica.

Stativi buoni .
 Roy



giovedì 11 settembre 2014

..chi la fa l'aspetti....


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E ANCHE IL PD SCOPRÌ LA FAMOSA “GIUSTIZIA A OROLOGERIA”.

NEL PARTITO NESSUNO LO AMMETTE PUBBLICAMENTE, MA SI RESPIRA UN CLIMA DI ACCERCHIAMENTO E SI TEMONO “RITORSIONI” PER LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA.


La paura dei democratici per le mosse della Procura di Bologna: “I magistrati si vendicano, così cercano di azzerare una classe dirigente, di abbattere un partito alla vigilia del voto”. L’assessore alla Cultura (di Sel) Massimo Mezzetti: “Facciamo così, per risparmiare tempo chiediamo alla Procura di Bologna chi vuole alla presidenza della Regione”…

Mai si sarebbe aspettata di essere vittima degli stessi carnefici osannati per venti anni, la sinistra ha alimentato il mostro già dal 1994, in quella fatidica giornata dedicata alla criminalità organizzata a Napoli, in cui Silvio Berlusconi, fresco capo del governo, fu "investito" dall'avviso di garanzia di uno sbavante Di Pietro, più attento al proprio orgasmo d'odio, che all'interesse del paese Italia.

Oggi le sinistre, a denti stretti,  devono riconoscere che la magistratura è un corpo a se che vuole governare a colpi d'inchieste.

Come si è spesso detto, i magistrati si preparano i "carteggi" preventivamente, e li usano come fa il ricattatore: all'uopo...

L'Italia dei balocchi è anche malata e maleodorante, dove ogni corporazione tira il carro dalla propria parte, e chi ci rimette, al solito, sono i miseri cittadini.

Stativi buoni.

Roy

martedì 9 settembre 2014

La vergogna è un sostantivo di cui l'Italia non ricorda più il significato...


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L’ex senatore Luigi Bobbio, oggi Giudice al tribunale civile di Nocera Inferiore (Sa), ha ritenuto che il carabiniere che ha ucciso il 16enne napoletano, sia l’unica vittima…

Il ragazzo di Rione Traiano non merita neanche la dignità di vittima…!

Non so che drammi abbia vissuto la psiche di questo magistrato, certo, dopo simili asserzioni, il Csm dovrebbe immediatamente sospenderlo ed aprire un procedimento contro un personaggio palesemente disturbato.

Stabilire le colpe e dichiarare la sentenza in così poco tempo, senza avere tra le mani gli atti dell’episodio, la dice lunga sulla stabilità emotiva di Bobbio, che vorrei equiparare a quella dell’Arma che, invece di cospargersi il capo di cenere, architetta e progetta soluzioni più o meno artate per scagionare il milite, declinado, intanto, gli inviti della Rai per spiegare il prprio punto di vista, che ormai immaginiamo.

I carabinieri, irreprensibili con gli altri, elastici con se stessi...!

Oggi sento dire che il 32enne carabiniere, con 11 anni di attività e non inesperto 22enne, scendendo dall’auto (pistola in pugno con colpo in canna, senza sicura  e dito sul grilletto) è inciampato: l’avevo già previsto nello scorso blog, sapevo che si sarebbero attaccati ad un eccesso di legittima difesa facilmente derubricabile.

Niente di più facile che il povero “figlio” diventi la causa, come ha intuito” Bobbio il disturbato, dell’incidente: è uscito in strada alle 3 di notte, viaggiava su un motorino senza casco con altri due, non si fermava all'alt (sempre presente l'alt, risolve tanti problemi...).

Ha innescato il tutto…!

Fantastico: lo Stato, il mostro che invece di difendere stupra i cittadini, è quello che premia l'inutile Renzi, bravo nel comunicare stronzate;

 è quello che si auto incensa aumentandosi gli stipendi mentre si parla di “revisione della spesa”, vedi Banca d’Italia: è quello irremovibile sui crediti e smemorato sui debiti.

Purtroppo credo che ci dobbiamo preparare a vederci negata la giustizia per il Rione Traiano, dove bambine di 13 anni, intervistate da Radio 1,  parlano d’amore e condivisione, dove sfortunati, abbandonati ed emarginati, fanno rete per non soccombere, adottando un passo evangelico che li vede uniti e decisi a non essere travolti.

Non c’è pace per chi soffre, per chi non ha nulla ma reagisce: si vorrebbe che scomparisse, si annullasse.

 Fastidio e disturbo dell’ordine dei ricchi.

Stativi buoni.
Roy




sabato 6 settembre 2014

E' colposo l'omicidio di un ragazzino di 17 anni...?....


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Un carabiniere che mi fermò con lo scooter, mi disse che se non l'avessi fatto, avrebbe potuto anche sfoderare la pistola…!

Allora risi, pensando che volesse essere una battuta di cattivo gusto, “…è sempre un carabiniere…”  mi disse la sorella di un maresciallo, parlando del fratello: oggi quella frase mi fa pensare, e mi colpisce la voglia di salvaguardare l’Arma anche a costo di invereconde menzogne.

Non concedo considerazione a chi, come i Carabinieri, si senta sempre e comunque irreprensibile davanti alla verità, purchè non riguardi i propri interessi…!

La prima ricostruzione è “omicidio colposo”…?
 L'omicidio colposo è il reato consistente nella soppressione di una vita umana ad opera di una persona in conseguenza di un fatto a lei imputabile, ma compiuto senza intenzionalità. L'assenza dell'intenzionalità lo distingue dall'omicidio doloso o volontario.

Quindi l’omicidio è colposo.  se guidando l’auto, secondo le velocità e le opportunità di legge, non si riesca ad evitare il pedone che improvvisamente si pari davanti…!

1. Vorrei sapere, invece, che ci faceva la pistola nelle mani del carabiniere che inseguiva un ragazzino?

2.                  Come mai la puntava ad altezza d’uomo?

3.                   Come parte un colpo senza la volontà di tirare il grilletto: un fosso, un inciampo…?

4.                  Se fosse, come mai non correva con l’arma rivolta in alto e l’indice al ponticello o guarda mano, la parte metallica circolare a protezione  del grilletto, proprio ad evitare eventuali incidenti…?

5.                  Come mai si inseguono dei ragazzi disarmati con pistola in pugno?...
E’ codardia…?...
E’ incapacità di difesa in un corpo a corpo..?

Prescindendo, comunque, da queste valutazioni, ci sono testimonianze che parlano di speronamenti e risate post sparatoria.

 Ricordo, ritornando alla mia esperienza, all’uopo,  il sorrisino ebete del carabiniere che mi si avvicinava mentre ero a terra con ferite alle gambe ed alle braccia.

La legge è uguale “quasi” per tutti…

Stativi buoni.

Roy