domenica 11 novembre 2012

Gli inutili idioti

Ieri si sono riuniti i 'parlamentari' irpini per fare il punto della situazione sulla probabile iattura dell'eliminazione di Avellino capoluogo.
Già il fatto d'aver visto questi signori, così ben amalgamati, salvo qualche 'onesta' defezione, ci allarga il cuore: dopo tanti anni trovarli tutti insieme faceva girare la testa....Però  mancava Ciriaco con il fido scudiero nipote Giuseppe; ma l'uno era giustificato per l'età ed anche per una distinzione 'giusta' di ruoli che nulla avevano a che vedere con i 'giovincelli' in riunione per una motivazione agognata da sempre,  l'altro perchè, incapace d'esprimersi correttamente in assenza dello zio, avrebbe potuto andare incontro a delle brutte figure:  deve accaparrarsi l'elettorato sannita per la sua candidatura parlamentare, mica inimicarselo...! Poi, è mancato, ma non è morto, per carità, Pugliese che offeso perchè mai invitato, ha 'giustamente' declinato l'invito: le ragioni dell'incontro non erano così fondamentali....sic!
Milanese, in odore di manette, c'è stato; anche lui ha voluto contribuire: grazie al proprio menefreghismo ha permesso  che qualcuno, furbissimo,  con interesse di parte, scevro dall'intuire ragioni regionali di convenienza economica, strutturale, di sviluppo e burocratica che avrebbero esaltato l'intero territorio, sinteticamente al modo DC, mentre il torpore possedeva i colleghi irpini, operava subdolamente la propria azione di convenienza elettorale.
E così  Clemente Mastella da Amalfi, e Viesti, attenti alle logiche che hanno studiato negli anni del 'futti compagno' sono intervenuti al grido 'muoia Sansone e tutti i Filistei': solita strategia democristiana.   Per accaparrarsi voti riconoscenti di elettori ignari che avrebbero ringraziato i propri carnefici, hanno esaltato l'odio che li corrobora da sempre nei confronti del nemico De Mita. Il povero Mastella, però, ancora una volta è stato usato: De Mita ha coronato il sogno di una vita. Dopo di me il nulla.  Donare il  capoluogo  della provincia avellinese alla città di Benevento, senza requisiti e  'spostata' rispetto ai paesi irpini lontani anche 100 chilometri, significa regalare Comuni alle province o perfino alle regioni limitrofe.
Ritornando ai 'nostri' riuniti che vigliaccamente non si assumono responsabilità, credo sia d'obbligo stabilire il grado di disgregazione morale di questi 'signori' mai visti che hanno goduto sinora di prebende ed onori non dovuti. De Mita ha ritenuto di incontrare a Roma i vari 'colleghi' Casini, Veltroni, Buttiglione per presentare l'inutile libro scritto da altri, senza ricordarsi di una città vituperata; Rotondi ha sempre votato chi gli ha dato il posto e, quindi, liceat; Iannaccone  non riesce a centrare i problemi, ma devo dire che  si impegna; Sibilia, condannato alla nascita da se stesso, incautamente si è disinteressato di quanto accadeva sotto il proprio naso nella commissione senatoriale che lo comprendeva quale componente.
Oggi tutti rispondono nervosamente della propria manifesta incompetenza cercando di scaricare colpe e responsabilità, tentando d'utilizzare ancora il popolo, ma senza grandi risultati. Solo i giornali danno una mano alle amebe, vedi Ottopagine, ma oramai catalogati, non riscuotono grandi successi: il cittadino attento non ha più pazienza. I risultati li vedremo alle prossime elezioni.
Se ora volessimo votare il peggiore, in testa a tutti metterei il sindaco Galasso che fregandosene del 62% che l'ha scelto, delle prebende demitiane e del problema capoluogo, ha provveduto al commissariamento di Avellino, come se fosse Reggio Calabria, rendendo ancora più ragionevole la decisone governativa di penalizzazione della nostra Città.
Renato Di Maria

Stativi buoni.
Roy