lunedì 21 giugno 2010

l'Italia di Lippi.

Come al solito nel bel paese tutti capiamo di tutto ma specialmente nel calcio ognuno si sente capace di consigliare formazioni, scelte di uomini, tattiche di gioco.
Ovviamente non conosciamo le condizioni reali di un giocatore, i suoi limiti psicofisici, il periodo della vita e così via: comunque parliamo e parliamo, e diciamo la nostra con assoluta convinzione tacciando di incompetente un allenatore che ha dimostrato nella storia ciò di cui è capace.
Un pò come in politica dove l'onorevole di turno, dopo che si è sciorinato per un'intera trasmissione un argomento se ne esce con " il problema è un altro" e parte con il suo punto di vista, annullando in un sol colpo tutto e tutti "gli inetti" che l'hanno preceduto.
E' un'italica virtù la nostra quella di essere tuttologi e guai a chi ci contraddice; Lippi ha sbagliato a non fare quello che chiedevano alcuni giornalisti, al diavolo se il Cassano di turno scassava l'armonia della squadra, al diavolo se un Balotelli capace di tirare calci come altri ci creava un'atmosfera simile a quella francese, avrebbe certamente impinguato i giornali con scenette operistiche, ma non penso utili alla bisogna: vincere il campionato del mondo.
Facciamo fare a chi ha i titoli per operare, dimentichiamoci la volgarità dei francesi, professionisti del malcostume, tentiamo di avere uno stile italiano che una volta tanto ci distingua e rappresentiamoci con serietà, smettiamola con la Padania, la ridicolaggine della secessione, i contadinotti rubicondi della lega e tutti i saputelli saccenti, giornalisti o pseudo tali e non che invece di dare una mano nella difficoltà, boicottano con l'unico traguardo di vendere.
I campionati del calcio e quelli che l'Italia gioca nei 60 anni di Repubblica contano, l'orticello è per i nani.

Stateve buoni.

Roy