mercoledì 18 luglio 2012

La crisi del '29 e la nostra


Anche il 2011 ha avuto la sua crisi americana, e come accade sempre per ogni cosa in quel paese, tutto è esagerato: le auto, i palazzi, le strade, le distanze. La crisi. E' esagerata, è mondiale, è grande. In Italia come nella maggior parte d'Europa, questa ha trovato terreno fertile perchè ogni stato ha i suoi bravi ladroni al governo, e chi prima, chi dopo, dovrà fare i suoi bravi conti: Germania compresa. Il problema è che noi siamo un'aggregazione strana di beccaccioni che credono di essere in gamba: abbiamo Monti, Merkel e fino a poco tempo fa, Sarkosy. Non ci possiamo salvare; nessuno sa che fare, sanno solo difendere le corporazioni, non hanno il senso dello stato, del paese, della patria. Franklin Delano Roosevelt nel 1932, uomo vero ed americano, combattè contro tutte le associazioni importanti del paese, anche contro la fortissima e schierata Corte Suprema, che difendeva i ricchi, inventandosi la New Deal, il nuovo corso di riforme sociali ed economiche che contribuirono a salvare gli USA. Controllò i conti veri delle banche, assicurò i depositi bancari, svalutò il dollaro (ritornare alla lira?) che permise nuova occupazione e forte esportazione, frenò la produzione scriteriata dei prodotti, impiegò i disoccupati nella costruzione di dighe per energia alternativa: insomma limitò le spese inutili, agevolò l'innovazione, tassò i ricchi. Purtroppo noi non abbiamo riferimenti ed i politici che continuiamo a votare, sguazzano nel letamaio, ed io non ho più parole.
Stativi buoni.
Roy