domenica 7 luglio 2013

Il capitalismo e la fame.

PAPA FRANCESCO SUONA LA BATTERIA DELL’ETICA: 

“A ME FA MALE QUANDO VEDO UN PRETE O UNA SUORA CON UN'AUTO DI ULTIMO MODELLO: 

MA NON SI PUÒ! 

ALCUNI DIRANNO LA GIOIA NASCE DALLE COSE CHE SI HANNO, ALLORA ECCO LA RICERCA DELL'ULTIMO MODELLO DI SMARTPHONE, LO SCOOTER PIÙ VELOCE, L'AUTO CHE SI FA NOTARE".

"VOI ORA PENSATE QUESTO, 'ADESSO PADRE DOBBIAMO ANDARE CON LA BICICLETTA? 

IO CREDO CHE LA MACCHINA È NECESSARIA, SI DEVE FARE TANTO LAVORO, SPOSTARSI TANTO,

MA PRENDETENE UNA PIÙ UMILE SE PRENDETE QUELLA BELLA, PENSATE A QUANTI BAMBINI MUOIONO DI FAME. 

SOLTANTO QUELLO. 

LA GIOIA NON VIENE DALLE COSE CHE SI HANNO".


Amici miei, voi che da qualche anno mi seguite e mi date la vostra considerazione, evidentemente condividete la mia rabbia, la mia pena, la mia incredulità dinanzi a quanto accade quotidianamente nel Parlamento, nella società, nei cuori.

Stamane parlando con un Monsignore, professore di diritto canonico all'università vaticana, persona squisitamente d'intelletto e certo molto avvezza al confronto con realtà e problematiche di una società in decomposizione, quando ho ripetuto le aspettative che Papa Bergoglio ha dei valori della vita, mi ha risposto che sono solo banalità: vero, ho detto, le banalità sono tali se ripetute ma non affrontate, e non mi pare che questo sia il caso di Francesco. 

Le ovvietà sono quelle a cui Brunetta o Alfano vorrebbero ci adeguassimo pedissequamente, ormai sicuri dell'inedia cerebrale degli italiani, la  piattezza sono le accuse che il Pdl invia a Laura Boldrini e Pietro Grasso per le risposte a Marchionne od all'attività di contrapposizione sterile che la destra, partito di governo, fa al Pd: ho osteggiato il Presidente della Camera quando ritenevo giusto farlo, appoggio la sua scelta d'accusa ad un Ad Fiat che non agisce correttamente, con la stessa forza.

Non riusciremo mai ad essere veri se agiamo sempre pensando ai fatti nostri, a ciò che ci può tornare utile, alla faccia di chiunque altro: Ciriaco De Mita mi disse che avevo uno spirito esistenzialista, ovviamente non voleva essere un complimento, ma la definizione riduttiva di un personaggio che non trova diritto nell'esistere del quotidiano.

Forse studiando meglio Jean-Paul Sartre, non si sarebbe addentrato semplicisticamente nella definizione che mi avrebbe inorgoglito nel rispetto di una morale rivoluzionaria che non si adagia nella comodità dei propri beni, per vivere supinamente le regole che altri in piena mala fede, emanano.

Ritornando a Papa Francesco, anch'egli grande rivoluzionario, ed alle sue 'banali' verità, vorrei che ci rendessimo edotti e pensassimo ad impiegare il nostro futuro per costruire qualcosa per gli altri, senza ritorno...

...forse saremmo più vicini alla felicità, quello stato d'animo che ti fa alzare dal letto con il sorriso ed addormentare con il cuore gonfio di gioia.

Stativi buoni.

Roy