venerdì 20 maggio 2016

Marco Pannella muore e si scatena l'ipocrisia più immonda...


Marco Pannella, l’uomo delle sfide eterne, non è più. 

Si è portato con sé le battaglie per l’aborto e il divorzio.

Osteggiato sempre e certamente poco accetto, in vita veniva ricordato per i suoi eccessi: il brigatista rosso Toni Negri e la porno diva Ilona Staller onorevoli della Repubblica seduti in Parlamento tra i banchi dei radicali.

A parte queste amenità che sembrerebbero la pagliuzza evangelica davanti alla pletora che infesta le Camere attuali, Pannella è stato quello che ha fatto tutto ciò in cui credeva, senza remore o interessi economici, stigmatizzando, anzi, i ladroni ed i parassiti della politica.

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Ovviamente gli imprenditori della Cosa Pubblica non hanno mai visto di buon occhio chi gli ricordasse che esistono anche i problemi sociali, quelli che interessavano al Marco radicale, come la detenzione o la giustizia.

Manco il Papa che predica, ma non ci pare che intervenga praticamente con il patrimonio edilizio vaticano nella vicenda extracomunitari, ha rappresentato un valido competitore: Pannella ha rischiato più volte la vita per perorare le sue cause, è divenuto un punto di riferimento alla disperazione dei detenuti, non è mai cambiato di una virgola in sessant’anni di vita dedicata alla Polis.

Ha perfino sbugiardato la furbetta Bonino senza che nessuno ci facesse caso perché ormai accreditata  dal civilissimo politicamente corretto di cui bisogna approvvigionarsi per entrare nelle stanze dei bottoni.

Escluso pertanto dai salotti importanti, come si dice, si possono contare i suoi inviti televisivi o  le presenze sui giornali, se non per la cronaca di qualche digiuno, perché scomodo e forse sgradevole, ecco che improvvisamente tutti si stracciano le vesti nel giorno della scomparsa di questo signore.

Ipocrisia e spudoratezza la fanno da padrone in queste ore, tutti i media escono in sperticati elogi di grandezza dell’uomo di Stato che sfortunatamente non hanno insignito con la nomina di senatore a vita, non gli hanno intitolato strade o parchi naturalistici, o qualche francobollo.

Il fatto è che si sono tolti dalle palle una mina vagante, capace di sputtanarli pubblicamente quando meno se l’aspettassero, il resto sono le solite chiacchiere stucchevoli alle quali siamo avvezzi e ormai temprati dalle puttanate quotidiane di Matteo Renzi.

Stativi buoni


Roy