martedì 7 luglio 2015

Quando ricominceremo ad essere fieri di noi...?

Qualche giorno fa ho letto sul “Corriere della Sera” un articolo di Paolo Di Stefano sull’argomento che più volte ho stigmatizzato da questa pagina.

Il titolo era L'italiano dimenticato, un mini racconto sugli sforzi di tanti scrittori amanti della lingua del proprio Paese.

Adriano Olivetti con la “Piccola guida d’ortografia” voleva aiutare chi non avesse ben chiare regole difficili ma anche appassionanti che permettono un’espressione corretta e peculiare dell’essenza di uno scritto.

Bruno Migliorini, Gianfranco Folena, Andrea De Benedetti, hanno offerto il proprio contributo perché una lingua splendida non fosse mortificata per scelte inopportune.

Asini camuffati,  conoscitori della moda fonica, aspettano d’avere la possibilità di sparare il proprio appagante “assolutamente si…o no…”.

Ripetere appena possibile l’avverbio che dovrebbe essere utilizzato da solo, senza aggiungere gli altri affermativi o negativi, pare provochi un orgasmo potente nei “fini” dicitori, alla pari delle leggi stupidamente tradotte in inglese, che dovrebbero immetterci più compiutamente nel significato delle cose.
www.ilbollettinoirpino.blogspot.it

Ormai siamo tutti calciatori che quando vengono intervistati, parlano seguendo canoni ripetitivi che hanno imparato a memoria: il trucco sta nel saperli mischiare alla bisogna.


La Grecia, domenica, ha continuato come nei secoli, ad acculturare ed a spiegare quali siano i valori di un popolo, quelli che purtroppo, abbiamo perduto da tempo, per una sorta di rivincita dell’ottusità che la politica ha favorito in questi anni.

Stativi buoni.


Roy