giovedì 31 marzo 2016

Ogni vergogna, in Italia la si copre in inglese...


In Italia le leggi si fanno in inglese, si parla in inglese, si fanno le conferenze stampa in inglese, si prende l’aperitivo in inglese, si spia…in inglese: siamo una colonia del Reame del Commonwealth che potremmo allargare anche a quello Usa, come si sa!

Il provincialismo di quanti amano usare i termini, le frasi o sfoggiare alla grande il proprio sapere d’oltremanica che fa volentieri a pugni con quello della grammatica e sintassi italiana, è una patologia!

Fra le governance, intelligence e stronzate varie, dobbiamo discutere sulla legge del lavoro che ha annullato anni di sofferenze e battaglie sindacali, quelli veri non gli attuali, sopprimendo l’articolo 18 che come sappiamo, tutelava i lavoratori: ecco a noi il “job act”…grande…!

In Francia, intanto,  stamane blocco totale della nazione per la sola idea di prendere spunto dalla legge italiana: un paese senza palle, ci dà lezioni, mentre la nostra deflazione impaurisce gli economisti che vedono un appesantimento della portata a causa del nostro debito stellare.

Il Job act, questa fantastica definizione di un buffoncello ignorante, ha determinato la truffa dei contratti di lavoro che da precari diventano magicamente, a tempo indeterminato (?)…!


Quale possa essere il valore  di un contratto quando si può licenziare tranquillamente senza il blocco dell’art. 18, non è dato sapere, ma la bufala dell’aumento dei nuovi contratti è intuibile per quanto detto finora. 

www.ilbollettinoirpino.blogspot.it

Il passaggio quindi da determinato a indeterminato, è il vantaggio che le imprese conseguono per tre anni, sgravandosi dalle tasse per l’invenzione del contratto a perdere. 

Che lucidità, che menti superiori, quali genialità ha partorito questo governo da barzelletta;

intanto i lavoratori  non hanno neanche più la possibilità di chiedere un mutuo per l'impegno lavorativo non garantito oltre all’indisponibilità delle banche, come ha asserito oggi in Tv il vice presidente Abi, Giuseppe Ghisolfi.

Alla faccia del deputato Pd Simona Malpezzi che, da buon soldatino difendeva a spada tratta la legge del capo Renzi come da copione, forse senza neanche capire appieno quello che diceva.

Stativi buoni.

Roy