venerdì 20 aprile 2012

L'antipolitica è la politica


Voto Cinque Stelle, chiamatelo come volete, ma Beppe Grillo, al momento è l’unico umano in quest’universo di amebe. Il ministro Giarda accusa il suo capo, Monti, per il mancato taglio delle spese inutili; la piagnens Emma, nasconde tra le pieghe della riforma sul lavoro, l’esclusione dalla gratuità sanitaria i disoccupati, salvo poi chiamarlo refuso, errore di stampa, quando viene scoperta; Bossi, poi, è una macchietta, sempre più smemorato, sempre più disinformato, ma pronto a difendere l’amante, detta badante, Calderoli con le sue case romane, i vari luogotenenti, disattenti o disinteressati alle spese quotidiane…! Bersani, tra un shampoo colorante e l’IMU, non sa che pesci prendere, anzi, se la prende con …l’antipolitica…? Casini, sempre più esaltato dalla sua nuova dignità di componente governativo, tenta di associarsi anche con il diavolo, pur di mantenere alte le sue aspettative: di Fini e  Rutelli è inutile parlare. Resta il PDL, Angelino nostro, in onore al nome ritiene vittoriosa la svolta trirateale di una tassa che precedentemente aveva fatto sparire il programma del suo capo, il plurititolato scopatore: ho dimenticato qualcosa? Forse l’offerta del governo italiano di 146.000 euro ai familiari dei pescatori indiani uccisi: bella mossa, un’ammissione di colpa che renderà ancora più difficile la posizione dei fucilieri.
Sta di fatto, intanto,  che tale Krugman, premio Nobel dell’economia, ci racconta di una Italia subissata dalle tasse: una recessione così profonda è impossibile sconfiggerla, specie se si è ostaggi di un euro calcolato a favore dei paesi con  forti economie. Liberiamoci del ragionier Monti e di questo governucolo ridicolo di ‘bancari’ attenti ai fatti propri e forse ce la faremo.
Stativi buoni.
Roy