venerdì 21 ottobre 2016

Ma come funziona questa riforma? Un viaggio di conoscenza inizia ora...




Sondaggio referendum costituzionale: voterai Sì o No?


Quando ci si scontra in televisione sulla riforma, sembra che anche chi ha torto riesca a ciurlare nel manico, senza manco tanta destrezza.

E' talmente astruso e illogico il decisionismo delle parti, che è difficile non chiedersi quale sia poi, la verità.

E quindi da oggi cercheremo di stabilire  le ragioni che hanno determinato le riforme. 



I 95 senatori con incarichi nelle istituzioni territoriali non dovranno dimettersi dalla loro funzione di consigliere regionale o di sindaco, ma continueranno a svolgerla part-time, con una serie di conseguenze sull’operatività di questi organi che, al contrario, richiedono. 

La durata del mandato di senatore coinciderà con quella di consigliere regionale e di sindaco. 

Avremo, quindi, un Senato a formazione progressiva, soggetto a variazioni continue in ragione delle diverse scadenze degli organismi territoriali. 

Si consideri, quindi, i Consigli regionali:  ai 95 senatori eletti dalle istituzioni territoriali si aggiungono 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica e scelti tra i cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico.

Un Senato dopolavoro.

Un Senato a formazione progressiva.

Un partitino del Presidente della Repubblica? 

Si tratta di una scelta singolare osteggiata da molti Paesi. 

Ad esempio, in Francia la legge n. 125/2014, vieta il cumulo del mandato parlamentare con ogni carica esecutiva nel Governo regionale e locale.

In carica scadranno: 1 nel 2017; 

6 nel 2018 

(più i Consigli provinciali di Trento e Bolzano); 

5 nel 2019; 

6 nel 2020. 

Di nuovo, ad essere messo in discussione è l’ordinario funzionamento di questa Camera, a vantaggio di un elevato tasso di incertezza, confusione ed irragionevolezza. 

Si è di fronte ad una figura del tutto nuova: senatori a tempo determinato, non più a vita come ora, con mandato di 7 anni non rinnovabile e irragionevolmente coincidente con la durata del mandato presidenziale. 

I senatori part-time rappresentano il partito, il Presidente della Repubblica e se stessi. 

Il nuovo Senato passerà da 315 senatori a 100, così suddivisi: 

74 consiglieri regionali, eletti dai Consigli regionali (oltre che da quelli provinciali di Trento e Bolzano); 

21 sindaci, eletti dai Consigli regionali (oltre che da quelli provinciali di Trento e Bolzano) fra tutti i sindaci dei Comuni della Regione e nella misura di uno per ciascuna; 

5 senatori, nominati dal Presidente della Repubblica con mandato di 7 anni non rinnovabile. 

Sedici i  senatori part-time rappresentano il partito, il Presidente della Repubblica, se stessi.

È come se il Presidente della Repubblica avesse propri rappresentanti nel Senato, con un peso assolutamente rilevante e triplicato rispetto a prima. 

Attualmente sono previsti 5 senatori a vita su 315; 

con la riforma saranno 5 su 100 
(come se nell’attuale Senato ce ne fossero 17). 

Paradossale, poi, è che tali personalità 

«che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario» 

vadano ad esercitare il loro alto magistero culturale in un organo che rappresenta esclusivamente le istituzioni territoriali e la cui funzione è di operare un raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica. 

www.ilbollettinoirpino.blogspot.it

Sarebbe stato molto più logico che questo pubblico riconoscimento fosse previsto nell’ambito della Camera dei deputati, la sola a mantenere le funzioni di rappresentanza generale del popolo italiano. 

Stativi buoni.

Roy