martedì 26 luglio 2011

Una politica gratuita

Non vuole essere una discriminazione che in tempi difficili potrebbe anche non essere capita: quando c’era la fame la gente si impegnava nei sacramenti o faceva il carabiniere. Abbiamo avuto preti senza vocazione e carabinieri pronti a sbarcare solo il lunario. Oggi parliamo di politici di destra e sinistra che inquisiti per gravissime imputazioni condizionano profondamente la res publica e ci trascinano in un baratro da cui difficilmente ne usciremo. Un milione e trecentomila persone praticano la politica professionalmente, come un mestiere qualunque, senza etica, alla continua ricerca del lucro ad ogni costo. Non c’è da meravigliarci se poi questa milionata di nulla facenti (pensate che Ciriaco De Mita non ha mai preso la patente, tanto c’eravamo noi a fornirgli auto ed autisti a vita) e tutto il sommerso che li circonda, portando l’economia italiana allo sfacelo con una spesa pubblica da paese del bengodi, non perora certamente i tagli o le riduzioni, anzi, aumenta continuamente prebende e stipendio, con scadenze drammaticamente periodiche, ed ironia della nostra triste sorte, sempre in occasione di irrigidimenti fiscali, cosiddetti lacrime e sangue, dei quali dobbiamo farcene carico noi. Ricapitolando: spendono senza ritegno, si pagano da se stipendi faraonici, non fanno niente di politico o socialmente utile, rubano alla grande e caricano sulle spalle delle famiglie italiane tasse, balzelli ed oneri: pensate che Tremonti aumenta i ticket e le accise sui carburanti mentre il suo amichetto Milanese provvedeva a derubarci. Togliamo gli stipendi, chi vuole fare politica se la deve pagare da se e se solo ci fosse un sospetto di azione illegale, sospensione dalla carica immediata.

Stativi buoni.

Roy