venerdì 25 marzo 2011

Tremonti e la benzina

La cultura non si mangia, sentenziò il Ministro forte italiano, poi ha trovato la soluzione per accontentare il M° Muti e chissà quanti altri amichetti. I tagli alla cultura non ci saranno perchè, come tutti i governi di sinistra, meno all'avanguardia ed arretrati rispetto alle invenzioni di Berlusconi, il buon Tremonti, fratello di quel consigliere Angela che vuole ammazzare tutti i randagi, come fanno gli 'zingari spagnoli' nei canili, ha scoperto, anche lui, che si fa facilmente cassa con la benzina. Girano, voltano, ma le finanziarie si fanno eliminando le cose utili senza mai sfiorare le inutili, anzi, le dannose. Le prebende dei politici, auto, segreterie, scorte, uffici, e chi più ne ha.... sono intoccabili: continuano ad aumentarsi gli stipendi, gli edifici statali li fittano a privati che poi rifittano allo stato a prezzi inimmaginabili, così alti che dopo qualche anno quei privati 'toccati dal Signore' acquistano l'intero immobile. Pensate che chi ha ricoperto un ruolo importante in Parlamento, vedi De Mita, ha diritto dopo anni di assenza, ancora a scorte ed uffici con segretaria e telefono. Siamo la mortificazione mondiale del buon gusto. Lo sperpero 'uber alles' e chi non lo fa, peste lo colga. Si calcola che se si riuscisse a prelevare dagli evasori fiscali, si guadagnerebbero 240.000 miliardi: diventeremmo il paese del bengodi. Non è così. I parlamentari, Di Pietro in testa, sarebbero tutti daccordo di utilizzarli per se, ed i miliardi sparirebbero in un istante. Caro Tremonti, smettila di fissarti sul tuo genio ed agisci solo per una finanziaria in modo corretto, vedresti che non saremmo più gli indebitati di adesso.

Stativi buoni.

Roy