mercoledì 15 aprile 2015

La volgarità di un'Italia disturbata si rappresenta suo malgrado...

Giorgio Erba è l’ex socio di Giardiello, ucciso per primo durante la tragedia del tribunale milanese, avvenuta lo scorso giovedì.

Nessuno o quasi, lo ricorda, certo Bruti Liberati, il Procuratore della Repubblica della capitale lombarda, se n’è strafottuto di un illustre “nessuno” ucciso durante lo stesso avvenimento.

Il razzismo non è quello che piace ricordare a Laura Boldrini, attenta agli “ultimi” come descrive nel suo libro presentato alla grande con Sergio Mattarella.

Forse il Presidente non l’ha manco letto, è bastato che l’abbia scritto (?) la terza carica dello Stato (?) per essere certamente fantastico.
 Il vero pregiudizio sociale, cari signori che levitate (Boldrini per esempio), pur amando apostrofare quale razzista, chiunque abbia un’idea propria 
  non allineata,   

è questo di stamattina, la commemorazione del magistrato e se volete anche dell’avvocato Lorenzo Claris Appiani (prima dimenticato), molto più giovane del giudice Ciampi, ma meno rilevante sulla scala valutativa dell’uomo: molto importante, medio importante, importante, così così…schifezza…


E “schifezza” è stato classificato lo sfortunato socio dell’assassino, non meritevole di alcun ricordo, perché, cari miei, ‘a Livella di Totò, a tanti piace ricordarla ed anche recitarla, ma purtroppo sono pochi quelli che l’hanno fatta propria, perché  non c’arrivano, alla faccia dei ruoli e della classe sociale.

Stativi buoni.

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Roy