sabato 25 giugno 2016

La democrazia è l'arte degli idioti...


Secondo  Giorgio Napolitano il referendum inglese è stato un grave errore politico, non si sarebbe dovuto lasciare al popolo (!) una decisione così importante.

Beppe Severgnini del Corriere della Sera e Antonio Padellaro de Il Fatto Quotidiano, la sinistra in genere, erano sconvolti dalla dabbenaggine del primo ministro Cameron che ha messo nelle mani del popolo ignorante, una decisione così importante che solo teste finissime potevano valutare.


Severgnini faceva anzi, il verso a qualche cittadino inglese intervistato, secondo lui, ridicolo per come non fosse informato, né avesse studiato il problema "uscita"...


scusi signor Beppe, se scriviamo in italiano, ma sa, noi siamo parte di quegli ignoranti che non conoscono l'inglese come lei, sempre pronto a pavoneggiarsi.


La grande catastrofe, il diluvio universale, invece, noi poveri negletti, pensiamo sia in agguato per le banche, i finanzieri, quelli come voi carichi di soldi, e i poteri che hanno affamato il popolo italiano e greco.


www.ilbollettinoirpino.blogspot.it

Nessuno chiede alla gente come mai odi tanto questa finta unione ricca di oneri e povera di onori per i meno abbienti;


chi mai in queste ore, si è interessato dei suicidi, della gente affamata, dei problemi reali?


Si è parlato di borsa, sterline, dollari, cioè tutto quanto concorra a rendere sempre più ricco quel 10% che governa il mondo e sempre più povero il restante 90%.


Come mai la Gran Bretagna, paese ricco e furbamente, sempre in possesso della sua moneta, capace d'imporsi alla pari con Germania e Francia, con un debito pubblico secondo solo alla Germania (90/78 % del Pil) di tutto rispetto, ha deciso di lasciare questo aborto di unione europea, se fosse il grande affare di cui si riempie la bocca la sinistra?



Le imposizioni, signori, quelle che favoriscono alcuni e penalizzano altri: quella tendenza a far perdere dignità e signoraggio ai Paesi deboli o non in combutta fra di loro, l'intromissione nei bilanci altrui, la globalizzazione idiota che alla stregua delle aree vaste che le regioni italiane stanno esaltando, fanno diventare bravi gli scarsi e viceversa.


I vantaggi, caro Severgnini, che secondo lei avrebbe potuto elencare per ore, non rappresentano nulla davanti allo svantaggio di non sentirsi più inglesi, di dover pianificare con altri esigenze, cultura e tradizioni, di sentirsi assolutamente abbandonati nei momenti topici, ed utilizzati da politiche senza riguardo, che approfittano e distruggono.


In Italia per esempio, le quote latte, le disposizioni europee per la produzione alimentare che non hanno in alcun conto eccellenze e cultura secolare degli alimenti specifici regionali, i prezzi, la moneta, le imposizioni di legge che non si curano di religione, uso e costume autoctono, cercano di uniformare l'immagine complessiva di 750 milioni di persone storicamente diverse fra di loro.


Per cui gentili signori (il comunista (?) Napolitano e compagni) che capite più di una ventina di milioni di inglesi (stupidi e ignoranti), fatevene una ragione, come dice il vostro capuzziello toscano, perché la democrazia, quella che predicate da sempre inserendola anche nel nome del vostro partito, non è una cosa che si usa e si getta a seconda del caso, ma il traguardo di secoli e secoli di lotta.

Ce lo chiede l'Europa!

Finalmente gli inglesi se ne  sono liberati, noi quando?

Stativi buoni.

Roy