martedì 30 novembre 2010

Il ministro senza cultura.

Bondi è proprio l'essenza del nulla: ex comunista ora estremo lecchino di Berlusconi. Dopo il cedimento della casa del gladiatore, non si è voluto dimettere perchè non si è sentito responsabile, ha provveduto a sistemare i suoi parenti e nelle more ancora non ha effettuato un intervento di messa in sicurezza a Pompei. Intanto crolla pure la casa del moralista ed il finto prete latita. Aveveamo proprio bisogno di circondare l'Italia di gente così: Zaia, Rotondi, Bondi, Bossi, Calderoli...niente. Gli italiani attendono risposte che non avranno, si continua a giocare, si straparla, i bravi studenti, alla stregua di chi li opprime, opprimono gli altri con azioni illiberali. Noi dobbiamo capire loro ma loro se ne fregano di chi lavora, di chi va in autostrada, di chi prende il treno. Se soffro io, soffri di più tu. Questo è lo spirito democratico che pervade queste logiche di sinistra che poi fanno del male alla politica. Gli studenti che rispondono al ministro Gelmini dandole del tu con arrogante scostumatezza, lanciano messaggi inquietanti di comportamento; sicuri di non essere strumentalizzati ed altrettanto certi della giustezza delle proprie azioni, senza infingimenti, senza un momento di dubbio, senza incertezze: anche il generale Custer era uomo certo e deciso quando mandò al macello migliaia di soldati per suoi errori di valutazione. Beati questi superuomini di nuova generazione che hanno tutto ben delineato nella propria mente, sicuri della ragione.
Ho sempre diffidato di chi ha solo certezze nella vita.
Stativi buoni.

Roy

Il ministro senza cultura.

La riforma di Maria Stella

Mi piace molto il doppio nome per una donna, la rende importante, perchè tali sono le donne specialmente per chi capisce che sotto sembianze delicate c'è forza e determinazione, a parità di condizioni, credo superiori a quelle del maschio. Molte volte mi è capitato di sperimentarlo e per mia fortuna ne ho tratto sempre benefici. Questa signora dall'aria trasecolata, mostra un carattere tosto, ha presentato non certo da sola, una riforma universitaria di rottura, con le sue luci e qualche opacità, forse, queste ultime, determinate da una visione sbagliata delle priorità di una nazione del ministro Tremonti, ma che con i giusti accorgimenti non penso peggiori la situazione scolastica nazionale. Da sempre il denaro attribuito alle università viene speso male e mai a favore degli studenti, la Gelmini lo ha stigmatizzato certo non per ridurlo ma per utilizzarlo meglio, ed ecco che Tremonti ha preso l'occasione al volo ed ha ridotto gli emolumenti: ora università che avevano corsi con un discente vengono penalizzate, giustamente, ma i baroni strumentalizzando i ragazzi, fanno la rivolta con il classico" armammoce e iatece". I finiani hanno imposto, da bravi politicanti, di togliere l'articolo che prevedeva risultati qualificanti per poter avere migliorie di stipendio, così da salvaguardare, evdentemente qualche amico. Nella media europea e mondiale le nostre università sono indietro, manco nelle prime 200, quindi produciamo poco e male, abbiamo raddoppiato le sedi per far posto a nuovi docenti che non hanno a chi insegnare. E' la solita storia, si toglie il pane dalla bocca di chi era abituato a sguazzare. Una mia ex mi disse quando chiedevo in tempi magri economia: ma a casa mia siamo abituati... Così con le clientele dei governi democristiani e socialisti abbiamo creato posti che non c'erano: pensate che De Mita in Campania per accontentare tutti si è inventato il doppio primariato negli ospedali e la doppia gestione negli Enti con società parallele...sic!
Non siamo mai contenti perchè alla fine ci sta bene quello che abbiamo.

Stativi buoni.

Roy