venerdì 29 giugno 2012

Vorrei che gli italiani fossero come Balotelli.


Ho denigrato questo ragazzo di 21 anni che, insofferente alle regole ed ai comportamenti corretti, poteva mettere in pericolo i risultati di un'Italia bella e ben organizzata come mai. Qualcuno ha scritto che sembriamo ...la Germania: come dargli torto, precisi, con le idee chiare, una macchina da guerra. Ieri la semifinale degli europei ha innescato un nuovo credo nello sport italiano: la lealtà. Questo ragazzo voluto da Prandelli, il mostro degli allenatori, gli ha dato ragione. Ha creduto in lui, forse più di un padre: Mario ha risposto con i fatti, ha manifestato il suo profondo amore per un'italietta che non lo merita, ha donato un sogno ed un modo nuovo d'amare. Questo splendido figlio mi ha insegnato ad essere meno superficiale ed a leggere meglio nella ...segnaletica...umana. E' stato disarmante, la corsa verso la mamma che lo guardava dagli spalti, riporre la testa nel suo grembo, unico rifugio sicuro, mi ha emozionato; sono rimasto colpevolmente attento alle parole del dopo partita di Mario, oggi riferimento del mio errore di valutazione che non è inerente ai goals, ma al cuore grande di una persona vera e grandiosa: espressione sana del Creato, come ogni ragazzo di questa terra, serbatoio di bontà che solo grazie agli adulti a volte si inquina, solo per i nostri demeriti crescono troppo in fretta. Scusa Mario, ti voglio bene.
Stativi buoni.
Roy