martedì 29 novembre 2016

Matteo Renzi, la mano armata dei poteri...

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Il potere assoluto si raggiunge abolendo dispersioni in rivoli incontrollabili di autonomie territoriali pruriginose, che facilmente metterebbero i bastoni tra le ruote alla visione oligarchica dello Stato.

Eliminare l’articolo quinto dovrà essere un’operazione sotto copertura

mistificare l’eliminazione del Senato come una modernissima semplificazione parlamentare, capace di velocizzare  l’approvazione delle leggi, irrinunciabile davanti all’enorme risparmio, che la Ragioneria dello Stato ha però ridotto a € 0.75 per cittadino italiano.

Volete risparmiare, tornare giovani e guadagnare € 300.000 all’anno…?

Certo che si, risponderebbe chiunque!

La scheda truffaldina che utilizzeremo il prossimo 4 dicembre, ci proporrà  la scomparsa dello Cnel, noto e inutile ente sperperatore di denaro pubblico.

Eliminabile semplicemente con un decreto parlamentare: 

non c'era bisogno di riformare la Costituzione, ma la riforma è necessaria a Renzi per spingere al Si.

Altro specchietto per le allodole, come il risparmio che si genererebbe eliminando 215 senatori: 

ma se si voleva veramente risparmiare si sarebbero potuti abolire almeno seicento parlamentari, per esempio, invece la casta resta protetta.

Infatti,  che bisogno c’è di tanta gente alla Camera per un Paese con circa  60 milioni di abitanti se pensiamo al Congresso degli Usa (320 milioni abitanti) che ne ha 200?

Il fatto è che il disegno è quello di eliminare, come già detto, il potere regionale, altro che risparmio, e insieme, destinare l’immunità a sindaci e consiglieri in odore d’arresto.

Ritornando al risparmio, contabilizzeremmo già da ora, i rimborsi spesa, di cui abbiamo esaustivi esempi dal passato degli amministratori comunali e regionali privi dell'imunità:

 figuriamoci quali sarebbero i conti se si 
sentissero anche sicuri di scappotarla…!.

E allora, cari lettori, la Camera con tutte le prerogative riformate, potrà subire diritti di prelazione (clausola di supremazia) in qualsiasi momento e l'assoluta obbedienza al capo del governo che l'ha formata nelle liste;

queste, con il capolista bloccato, risponderanno ancora alla legge dei partiti che le compileranno, e il popolo dovrà solo asseverare con la preferenza quanto determinato preventivamente.

Risultati immagini per oligarchia di stato fotoQuindi il suffragio non sarà più universale, i referendum potranno essere indetti molto difficilmente, per l'incremento quasi triplicato delle firme, e un articolo costituzionale (!) ci legherà mani e piedi ai voleri dell'Europa, che fintamente Renzi sta osteggiando, mentre ha già provveduto a inserire 20 miliardi nella finanziaria 2017 da destinare a Bruxelles....!

Bugie, imbrogli, inganni, le armi di questo governo che imperterrito, continua a propinare fregnacce: 

o votate si o mai, il nuovo ritornello che gli suggerisce lo specialista di comunicazione (spin doctor) americano da € 400.000.

Ma l'Italia non può assoggettarsi a un personaggio di tanta bassa lega, volgare e subdolamente idiota.
Stativi buoni.

Roy


Il Fatto Quotidiano
Contraddizioni, controversie, pasticci, "errori di sintassi costituzionale". Le riforme costituzionali porterebbero parecchia confusione e anche molto lavoro a Consulta e Parlamento per le leggi attuative. Seguendo il libro "non schierato" del costituzionalista Rossi, ecco un riassunto delle cose che non tornano. Come i sindaci che per la Severino vengono sospesi, ma restano senatori. O la "gattopardesca" operazione sulle competenze delle Regioni.

Consiglieri regionali e senatori allo stesso momento? Al momento non è possibile in 5 Regioni: le due cariche sonoincompatibili in Trentino Alto AdigeSardegnaFriuli Venezia GiuliaValle d’Aosta e Sicilia. E a dirlo è proprio il loro statuto, quello che le rende “speciali”. Una norma che svuoterebbe di significato il nuovo Senato progettato nella riforma Boschiche prevede che i nuovi componenti siano eletti tra i consiglieri regionali e tra i sindaci. Se quindi il 4 dicembre vincesse il Sì si aprirebbe la strada ai conflitti davanti alla Corte Costituzionale, a meno che i consigli di BolzanoTrentoCagliariTrieste,Aosta e Palermo non mettano mano a modifiche dello statuto prima dell’entrata in vigore della riforma, prevista nel 2018.