lunedì 20 giugno 2011

Lettera a Tremonti

Buongiorno Onorevole,

da tempo ormai il processo deleterio della nostra società non risparmia più nessuno: tutti e specialmente chi ha nelle proprie mani le sorti del paese ha il dovere cristiano e per il non credente quello morale di intervenire quando l’ingiustizia del profitto ad ogni costo, si fa beffe della vita di un bimbo o di una mamma, colpevoli di non avere la possibilità di pagare l’ultima bolletta, di soddisfare l’esigenza perversa del ricco che non riconosce un po’ di carità allo sfortunato.

Impegnati come siamo ad interessarci se sia giusto il lodo Alfano o se si debba dare inizio al ponte sullo stretto, perdiamo di vista il quotidiano che a volte spietatamente ci conduce in vicoli stretti e bui dai quali ce ne usciamo chiudendo gli occhi o applaudendo grottescamente il passaggio di una bara, pensando contestualmente a quanto faremo un momento dopo, magari partecipando ad una riunione o ad una cena.

Signore, l’ordine notarile prevede una cassa comune di sostegno agli associati senza destinazione lavorativa, le assicurazioni il fondo vittime della strada…lo stato padrone non riesce ad imporre una solidarietà ai meno abbienti da parte di chi ha un reddito importante che possa garantire il minimo vitale: una linea telefonica che assicuri almeno la chiamata al 118, una quantità di gas che permetta di non morire di freddo, dei kw/h per accendere una lampadina, un po’ d’acqua per le abluzioni necessarie.

Non impossibile e né difficile, abbiamo pagato l’8/1000 per la Chiesa Cattolica, sperperiamo tanto per banalità, paghiamo € 100.000 un braccialetto elettronico per 1 detenuto: ritengo che se una coscienza ci conduce, se guardiamo il viso di un bimbo senza vergognarci, bisogna intervenire.

Ossequi.

L'ho scritta ed inviata il 20 ottobre del 2009: non ho ricevuto risposte o fatti.

Stativi buoni.

Roy