lunedì 31 gennaio 2011

Bocchino: lo dice la parola stessa

Questo piccolo grande uomo, alla stregua di Dustin Hoffman nel western, improvvisamente, da illustre sconosciuto, se non per le mazzate elettorali subite nella sua Napoli, diventa punto di riferimento del gruppo, anzi gruppitiello, finiano: finiano significa appartenere ad un club il cui rappresentante, la stella cometa, è un signore di nome Gianfranco Fini. Pensate, Fini, un signor nessuno che se non avesse goduto di un apprezzamento, direi leggero, di Silvio Berlusconi, nel 1994, sarebbe morto e sepolto nella propria insulsaggine. Bene, Bocchino, ormai cresciuto finanche in altezza fisica, porta la voce al posto di Fini:...! E allora, ripete spesso il buon Ezio Greggio in striscia la notizia, di che vogliamo parlare? Hanno accocchiato lercie figure in ogni conta, ma passeggiano mantenendo atteggiamenti sornioni, di chi la sa lunga ed ha molte frecce al proprio arco: ma quali frecce, ma quale arco, il signor Bocchino non riuscirebbe manco a tenerlo in mano un arco, figuriamoci a tenderlo. Purtroppo Berlusconi deve rispondere oltre dei peccati più evidenti, anche della consacrazione di gente come Casini e Fini, uomini di grande spessore politico, abili esclusivamente nell'odiare chi gli ha dato vita, ormai specchio della propria inconsistenza.
Dio ci salvi dai vigliacchi.

Roy