martedì 12 luglio 2011

Il fallimento dell'Italia

Le bugie hanno le gambe corte, eravamo usciti dalla crisi per la bontà dei risparmiatori italiani, per la solidità delle nostre banche che a differenza di quelle estere avevano fatto un buon lavoro, e tante altre balle per allocchi alle quali ha creduto chi voleva crederci. Il governo ha operato bene, siamo stati sfiorati ma è passata, ha asserito con enfasi più volte Berlusconi, siamo i più bravi, i più belli,….: a volte Silvio nostro mi pare scemo. Se questo grande…imprenditore ha saputo inventarsi un’altra Italia in 17 anni di lusinghe e falsità, i nodi purtroppo per noi, sono venuti al pettine, non c’è Tremonti che tenga, anzi attendo che lo incarcerino e buttino la chiave, questo super ministro che di extra c’ha solo le schifezze che ha fatto con l’amichetto Marco. Taglia tutto quanto non dovrebbe pur di lasciare intatto il patrimonio dei suoi colleghi ed i ricchi come lui: non dimentichiamoci che è uno dei primi contribuenti italiani. Immaginate se possa pensare di tassare se stesso, tassa la cultura, che non si mangia come ha asserito, i servizi sociali, quindi la povera gente, la sanità, le pensioni, ma non quelle dei ricchi, e così via. La finanziaria di lacrime e sangue parla di noi, precari, impiegati, pensionati, disoccupati: giammai delle auto blu, degli uffici con segreteria ancora esistenti per gente che è stata in Parlamento. La Pivetti ha ancora un telefono, una segretaria ed un ufficio a disposizione alla Camera. Vorrei sapere perché questa gente, che è la più ladra della terra, che lavora meno di chiunque, che non ha un minimo di dignità, debba avere simili prebende e, badate bene, nessuno, Di Pietro, Bersani, Casini, Brunetta e qualunque collega del Senato o della Camera ha mai disdegnato gli aumenti infami che continuano a deliberare con scadenze periodiche delle quali è difficile conoscere le date.

Stativi buoni.

Roy