sabato 18 giugno 2011

Michele Santoro operaio

Trovo osceno vedere Santoro sul palco di Bologna vestire una tuta da operaio e professarsi tale. Il pensiero è corso immediatamente al 'Presidente operaio' di berlusconiana memoria, agli inizi del periodo post prima Repubblica da parte dell'imprenditore televisivo. E' oscena la pervicacia con cui il Michele d'assalto continua a voler coinvolgere gli italiani perchè possa gratificarsi, guadagnando cifre folli, con trasmissioni personalistiche alla RAI. Non sono uno psichiatra, ma credo che Santoro debba curarsi. La lucida follia del Michele Zero, non gli consente di valutare la diversità e la distanza da un operaio vero che si confronta quotidianamente con realtà di sopravvivenza difficili: le retribuzioni percepite da questo 'giornalista sui generis' negli anni, le buonouscite principesche incassate più volte, sono un'offesa alla dignità ed al pudore. La condiscendenza poi dei partecipanti e del pubblico che applaudiva felice di essere sfottuto, mi ha rattristato; tutti accomunati dall'odio per Berlusconi, venivano obnubilati nella mente e nella coscienza e rappresentavano se stessi come un popolo livido d'acrimonia e sbavante veleno. Non siamo questi noi italiani, non possiamo esserlo, non siamo quelli che inculcano parolacce contro chi detestano ai propri figli, senza rispetto per l'innocenza delle loro piccole coscienze, senza rispetto per il pensiero di chi dissente, della libertà di qualsiasi diversità. Ho una gran pena.
Stattivi buoni.

Roy