lunedì 13 dicembre 2010

la caduta dei sindacati

Nessuno si accorge o nicchia apposta, che stiamo ritornando ai tempi dei latifondi o delle industrie americane che facevano della propria forza economica la logica della contrattazione operaia: cioè nessuna contrattazione, o bere o affogare. Questo bel tomo canadese, perchè mi pare che di italiano non abbia niente, in due botte, in pochi mesi ha annullato secoli di lotte operaie, secoli di scioperi cruenti, di bastonature, uccisioni, minacce. La gente che ha combattuto sacrificando la propria vita, quella dei familiari, degli amici, dei compagni, si trova in un attimo tutto vanificato; un'azienda, la più prestigiosa ed anche la più sostenuta da sempre, la FIAT, si mette di traverso sfruttando vilmente un momento drammatico per gli operai a rischio continuo di licenziamento, e fa valere la propria forza di preminenza sui poveri: attacca senza dichiarare guerra, come fecero i giapponesi a Pearl Harbor, sfruttando l'incapacità di reazione per manifesta inferiorità. I giapponesi vinsero la battaglia ma persero drammaticamente la guerra; Marchionne, invece, quando si accorgeranno che è un manager finto, potrà essere al massimo defenestrato, con principesca buonauscita che gli farà dimenticare presto il dolore di essersi ritrovato un idiota. Purtroppo non gli potremo scaricare nessuna bomba addosso, tanto per fargli provare un pò di affanno come capita agli operai che già non riuscivano a tirare avanti con il poco, a confronto con la realtà nuova determinata dall'AD FIAT. Prima che le strategie in risposta ai dictat torinesi possano incanalarsi su una strada di violenza, sarebbe bene che il governo entri in gioco rimediando alle brutture cui stiamo assistendo; prenda posizione e dimostri una volta per tutte che nessuno può arrogarsi, di punto in bianco, il diritto di annullare anni e anni di battaglie sindacali, generatrici di lutti e tragedie in virtù di un traguardo incommensurabile: la dignità.

Stativi buoni.

Roy