venerdì 27 marzo 2015

Vizi e virtù : quale il difetto...?

Leggendo un editoriale di Angelo Panebianco, mi è piaciuta la stigmatizzazione che ha fatto su un argomento che da tempo mi indigna in quest’italietta da terza fila, che si sta rendendo sempre più ridicolmente stereotipata in un’intolleranza al contrario, ben più cattiva ed esasperata di quella che per anni, la sinistra, voleva combattere.

Lo spunto di Panebianco è stata la moda del rispetto/non rispetto delle esigenze altrui, che diventano  subdolamente, ma manco tanto, rispondenza alle proprie attese, che per sbagliate che siano, sono quelle che interessano.
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La cultura e la tradizione di un Paese, e la religione ne fa parte, può essere differenziata perché non bisogna turbare chi ha scelto il nostro territorio per esigenze sue, non certo chiamato per risolverci i problemi, se mai a generarne.

L’acredine degli omosessuali, che pure sono stati discriminati violentemente, e lo sono ancora, ma senza voce, è ben superiore a quella subita, vantando un diritto di cui andare fieri, con consequenziale attribuzione di inciviltà di poveri sottosviluppati senza speranza, a chiunque abbia idee diverse.

La democraticità intellettuale è sotto gli occhi di chi riesce ad essere onesto almeno dentro di sé: la sinistra, già depositaria di qualità umane superiori e difficilmente intuibili da chi non ne faccia parte, è centro di un sistema drogato che non ci permette dialogo, vedi Renzi, e non lo consente manco al suo interno, perché chi ha lo scettro comandi, e se la monarchia era un’abnormità, questa sinistra…che è…?

Stativi buoni.

Roy