giovedì 12 febbraio 2015

Le cartelle non sono pazze, solo furbe...

Un avvocato avellinese segue le dinamiche ingiuste che un governo insensibile alle grida d'aiuto che salgono dai drammi del quotidiano, perpetra anche con evidenti ottusità, ai danni dei meno abbienti.

L'articolo firmato Roberto Vetrone è l'esempio dello scontro tra chi costruisce e chi distrugge, in un'Italia dei poteri che nulla condividono per il bene del Paese.



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Non sono bastate la pronuncia della Corte di Cassazione, le richieste di annullamento di atto illegittimo, nè la risoluzione emanata attraverso la Direzione Affari Legali e Contenzioso della stessa Agenzia delle Entrate di Roma a tutti gli uffici territoriali sparsi sul territorio italiano per far cambiare idea all’Agenzia delle Entrate di Avellino. Infatti, ancora continuano ad arrivare agli utenti, gli avvisi di pagamento - non dovuti - per la registrazione delle sentenze di modico valore. A luglio 2014 la Corte di Cassazione, aveva stabilito che l’esenzione per la registrazione delle sentenze di modesto valore (fino a 1.033,00 Euro) andava esteso anche alle decisioni di appello presso il Tribunale dei provvedimenti del Giudice di Pace. L’anomalia avellinese, si era avuta con l’interpretazione restrittiva della normativa vigente; sia il Tribunale capoluogo che l’Agenzia delle Entrate di Avellino, nel grado di appello delle sentenze di primo grado, avevano creduto che anche le cause di poco valore dovessero essere registrate; facendo così pagare ad uno dei due contendenti per il principio della “obbligazione in solido” una somma che andava dai circa duecento ai trecento euro. Eppure con circa quattro mesi di ritardo a novembre 2014, la Direzione Centrale dell’Agenzia delle Entrate con un comunicato stampa e la risoluzione n. 97, aveva invitato tutti gli uffici a rispettare la legge: « …l’art. 46…nel suo significato ampiamente comprensivo…si riferisce genericamente alle cause ed alle attività conciliative in sede non contenziosa il cui valore non eccede € 1.033,00 ciò che abilita l’interprete a ritenere che il legislatore abbia voluto fare riferimento, ai fini dell’esenzione…alle sentenze adottate in tutti i gradi di giudizio». Ma l’Ente creditore di Collina Liguorini, con la sua attività ha attivato un circuito ancora più preoccupante per i cittadini irpini: l’incubo della cartella esattoriale. Che si è materializzata in questi giorni con la richiesta di pagamento da parte di Equitalia. Per Fabio Benigni, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Avellino« la vicenda, del tutto paradossale, rappresenta un esempio di inefficienza della pubblica amministrazione che non considera le esigenze degli utenti che si trovano vessati da comportamenti contrari ai canoni costituzionali di buon andamento ed imparzialità. Tali principi - continua Benigni - che dovrebbero caratterizzare il funzionamento degli uffici pubblici e che costituiscono la base per garantire l'esistenza di un sistema amministrativo che si possa ispirare al rispetto pieno ed incondizionato della legalità, subiscono continue violazioni.  Questa situazione  contribuisce ad alimentare il senso di sfiducia del cittadino nei confronti delle istituzioni e della pubblica amministrazione».

Roberto Vetrone, avvocato.