sabato 12 luglio 2014

Le aziende fallite aspettano compratori: questa è l'unica strategia che sindacati e governo conoscono...

Fallita la Bertone Stile, 90 posti a rischio. La Fiom: “Fiduciosi, si troverà acquirente”


Fallita la Bertone Stile, 90 posti a rischio. La Fiom: “Fiduciosi, si troverà acquirente”

Si chiude con il fallimento la storia ultra centenaria della mitica Carrozzeria, disintegrata in tante aziende di proprietà della vedova di Nuccio Bertone, Lilli, e di Marco Filippa. Per i dipendenti rimasti, due possibilità: licenziamento oppure casse integrazione. Il sindacato è ottimista su quest'ultima possibilità, perché diverse aziende si sono fatte avanti per rilevare quel che resta di marchio e competenze


Tra tanti scienziati, ministri in erba e capo del governo miracoloso, nessuno riesce mai a trarre un ragno dal buco quando le scarpe cominciano ad essere strette;

se l'azienda è in crisi, magari per esuberi o perchè ha perso commesse, o ancora  non si è saputa rinnovare, l'unica soluzione per salvare capra e cavoli rimane...vendere...sic!

Ovviamente non è così, non può essere, ma a volte conviene togliersi dalle palle una situazione scomoda e rimpinguarsi il portafogli per una buona vecchiaia, alla faccia dei lavoratori, muoia Sansone e tutti i Filistei.

Quasi tutte le industrie italiane, specialmente quelle più grandi hanno fruito di assistenze economiche statali: oltre a quelle a tassi agevolati, il più delle volte a fondo perduto.

Non possono i "cummenda" pensare che queste siano veramente di loro esclusiva proprietà, come hanno permesso al caro canadese Marchionne, che ha fatto le valige e si è trasferito armi e bagagli a Londra, alla faccia dei miliardi che la Fiat ha  lucrato nell'ultimo secolo e della cassa integrazione pagata un giorno si ed uno pure dagli stupidi italiani...!

Ma lo Stato se fosse giapponese o tedesco, interverrebbe compiutamente, non permetterebbe simili mostruosità sociali: dovrebbe diventare socio con gli operai a rischio per ricominciare a fare azienda autonomamente, con un gruppo di gestione riconducibile alla società civile capace di un progetto di riconversione o di reinserimento serio nel mercato, niente di trascendentale, le intelligenze esistono e la volontà di misurarsi anche.

L'entusiasmo sarebbe la chiave di volta del successo, e forse, un pensiero ordinato, senza i soliti preconcetti truffaldini ai quali ci hanno abituato con i "...e per me che ci sta..?", supererebbe le solite logiche di dirigenza miliardaria  a perdere che conosciamo (Alitalia, Ferrovie...), e la finiremmo finalmente, di farci ridere addosso.
Stativi buoni.

Roy