venerdì 15 maggio 2015

La lavagna di Renzi, evidenza di un errore...

Negli anni ’80, in Messico, vendevano droga a domicilio con sconti e regali per i clienti più affezionati: non dobbiamo meravigliarci, quindi, se televisioni e giornali ci vendano “stronzate” quotidiane, pur di mantenere in sesto il culo di Renzi sempre più in pericolo, vista la deriva oltraggiosa che ha intrapreso nel suo delirio d’onnipotenza.


Il regalo di questo furetto toscano per gli “affezionati” è stato il bonus di € 80 delle scorse elezioni, ed immediatamente la stupidità italiana, ha dimenticato  da dove provenisse quest’ennesimo “governatore” senza curriculum né provenienza parlamentare.


Per Monti Napolitano intese nominare il proprio cavallo “Senatore”, visti i danni che ancora paghiamo, estrasse un’ameba senza palle dal suo cilindro, e nominò Enrico Letta che stringeva a tutti la mano con entrambe, per la felicità che gli sprizzava da ogni poro.


In un anno si è logorata la buona stella del nipote dell’ex direttore del “Il Tempo”, anima nera dell’altro demonio di Arcore.

Ecco, allora, l’ultima “magia” dal cappello a falde larghe di Giorgio I: Matteo Renzi, artefice di gravi danni, con condanna della Corte dei Conti, alla Provincia ed alla città di Firenze.
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Heero, Roy, Dolce e Brown
Dopo quasi due anni e tanti guasti, il ducetto maremmano, bravo nell’intuire, bisogna riconoscerlo, l’animo putrido dei suoi parlamentari, e non solo, si trova davanti ad un’altra prova: le regionali, ma sbaglia approccio, prende di punta, come al solito, anche professori e studenti.

Purtroppo è fallito l’inganno del  tesoretto, gli è caduta una tegola di 19 miliardi dalla sentenza della Consulta, ed ora tenta d’annullare sindacati e scuola con la solita arroganza.

Improvvisamente gli comunicano che la strategia non può essere coperta da un voto in Parlamento perché, prima si voterà per le Regioni, ed una scuola presa di petto insieme al sindacato, potrebbe essere la miccia che farà esplodere il suo castello.

Ecco che gli imbastiscono la strategia della lavagna, che il grande voltagabbana “di peso”, Giuliano Ferrara, trova sublime, mentre ai ragazzi ed ai  professori sembra l’evidenza di un fallimento annunciato: la corsa al riparo, la toppa, pare, sia peggio del buco.

Staremo a vedere.

Stativi buoni.

Roy