lunedì 1 ottobre 2012

Tutti puliti: il doping?...che roba è...?

IL FONDO MANDATO A FONDO - UN DOCUMENTARIO FINLANDESE DISTRUGGE LO SCI DI FONDO E I SUOI EROI, TRA CUI MANUELA DI CENTA, RIVELANDO L’USO DI DOPING FATTO DA MOLTI ATLETI NEGLI ANNI ’80 E ’90 - A FARE DA GRANDE ACCUSATORE DELLA CAMPIONESSA, SANDRO DONATI, DIRIGENTE DEL CONI E CONSULENTE DELL’AGENZIA MONDIALE ANTIDOPING: “HA FATTO SICURAMENTE USO DI EPO. E COME LEI PANTANI, FAUNER (ATTUALE CT DEL FONDO), DE ZOLT, ALBARELLO, FONDRIEST, CHIAPPUCCI”…


dagospia.com


MANUELA DI CENTAMANUELA DI CENTA Sinivalkoinen vahle»: titolo finlandese incomprensibile. «La menzogna bianco blu», ecco in italiano è meglio. Così si chiama il docufilm presentato martedì ad Helsinki che proietta ombre lunghe assai sul mondo del fondo. Budget di 390 mila euro, un'ora e mezza che affonda la lama nella piaga: il doping. Le testimonianze fanno a pezzi lo sport nazionale finlandese, miti del Grande Nord come Juha Mieto, oro nella 50 km del 1973 e vincitore di ben 5 medaglie olimpiche, tecnici pluri chiacchierati.
GIANNI PERTUCCI MANUELA DI CENTA ALESSANDRA SENSINIGIANNI PERTUCCI MANUELA DI CENTA ALESSANDRA SENSINI Uno su tutti: Jarno Punkkinen. A lungo allenatore dello squadrone finlandese, ha diretto la nazionale italiana dal 1984 al 1990. E l'incrocio tra la sua attività (e la sua fama) con la squadra azzurra produce testimonianze inquietanti. Nel film infatti vengono sentiti Giuseppe Puliè e Silvano Barco, nazionali all'epoca, che rimettono in discussione quegli anni. Puliè, argento nella staffetta di Albertville '92, racconta di come i fondisti azzurri avrebbero fatto ricorso alla pratica dell'autoemostrasfusione fino al 1988, nonostante fosse vietata dal 1985.
SANDRO DONATI jpegSANDRO DONATI jpeg Barco, già reo confesso, ammette di essersi ripulito il sangue, e di non averlo fatto da solo, ma anche di aver fatto un passo indietro di fronte all'assunzione della famigerata Epo da laboratorio. Fu la prima frontiera dei trucchi contro la fatica, da allora il doping ha corso velocissimo, l'antidoping anche e la gara è aperta.
Il cotè italiano non finisce qui. La storia è nota, ma non dimenticata. Nel film infatti compare un uomo che le sue denunce le fa da anni. A volte inutilmente, altre scatenando reazioni violente: Sandro Donati, già tecnico dell'atletica e dirigente del Coni e ora consulente della Wada, l'agenzia mondiale Antidoping. Parole pesanti le sue: «Manuela Di Centa ha fatto sicuramente uso di Epo». Boom: Manuela Di Centa, 7 medaglie olimpiche. Parliamo a Donati mentre sta entrando alla prima del film, lui conferma quanto detto nel documentario e rincara.
pantani marco 003pantani marco 003 «Non lo dico io, ma i periti e la magistratura di Ferrara nell'indagine che ha coinvolto 33 atleti, non solo la Di Centa». L'indagine, quella intorno al laboratorio del professor Conconi si concluse con l'assoluzione del medico e dei suoi collaboratori e del Coni grazie alla prescrizione, ma nella sentenza il tribunale confermò dopo superperizie la pratica dell'autoemostrasfusione sugli atleti che avevano rapporti con il centro di Ferrara. «Cattiva abitudine» per alcuni poi sfociata nell'utilizzo dell'Epo secondo la magistratura.
MARCO ALBARELLO jpegMARCO ALBARELLO jpeg È così, per Donati, che si inchioderebbe una bella fetta dello sport italiano: in quel fascicolo oltre alla regina delle nevi, c'erano Pantani, Fauner (attuale ct del fondo), De Zolt, Albarello, Fondriest, Chiappucci. Insomma, fondisti e ciclisti. «Perché nessuna squalifica? Perché allora, a differenza di adesso, la Procura sportiva non prendeva in considerazione le indagini della giustizia ordinaria».
MAURIZIO FONDRIEST jpegMAURIZIO FONDRIEST jpeg Il fatto che Manuela Di Centa mai sia stata trovata positiva non ferma Donati. Che invece, sull'onda del film, insiste: «I suoi valori ematici hanno sempre avuto delle variazioni macroscopiche e guarda caso in corrispondenza dei grandi avvenimenti. Mutazioni non credo giustificabili dai suoi problemi fisici».
CLAUDIO CHIAPPUCCI jpegCLAUDIO CHIAPPUCCI jpeg Insomma, il gran fustigatore ci dà dentro. «I tecnici finlandesi hanno avuto grande parte in questa degenerazione, il resto, per tutto il mondo del fondo, l'hanno fatto dei controlli compiacenti e l'aver alzato in maniera esagerata i limiti di tolleranza. Una sorta di complicità oggettiva». Di tutto questo avremmo voluto parlare con Manuela Di Centa, una delle glorie azzurre: «Quando, e se, vedrò il film risponderò. E comunque c'è già stata una sentenza», la sua replica. «Sinivalkoinen vahle» uscirà in Finlandia il 5 ottobre, se mai diventerà «La menzogna bianco blu» allora sì ne ridiscuteremo.

Ieri hanno presentato il percorso del prossimo Giro D'Italia ciclistico. Grandi elogi per la bellezza dei luoghi, finalmente un Giro all'altezza della tradizione ultra centenaria dell'evento, bla bla bla...! Non si parla preventivamente del problema atavico di queste competizioni, organizzate in modo tale che senza aiuti chimici sono impossibili da portare a termine. Lo spettacolo milionario deve continuare, come si dice, quasi fosse una cura per una malattia grave: deve continuare perchè tanta gente attende di guadagnare il vil denaro. Lo sport, le belle frasi e tutte le cazzate che si aggiungono al brodo dell'ipocrisia lasciano il tempo che trovano: il fatto è che il dopaggio, l'uso di sostanze proibite perchè fanno male, ma soprattutto alterano i risultati, è la base di partenza altro che Napoli, la fantastica località italiana scelta per il via.  Senza una bella preparazione a base di steroidi sempre più efficaci e difficili da scovare, una altrettanto seria mascheratura per non essere scoperti con farmaci permessi ma che servono  a nascondere quelli fuorilegge, le vittime sacrificali non riuscirebbero a percorrere  migliaia di chilometri in meno di un mese, superando salite, discese, maltempo, malanni e ferite. Gli organizzatori fingono di sdegnarsi davanti alla scoperta dell'atleta anabolizzato, più perchè l'idiota mette a rischio la buona riuscita della gara e quindi l'introito economico che per il fatto in se: la vita conta solo se si parla della propria, quella degli altri...bè, sono cazzi loro. Oggi come ieri e l'altro ieri, scopriamo che tanti eroi non lo sono mai stati, ma ormai è passato, la festa ricomincia e noi siamo tutti abbastanza ipocriti da seguire quello che ci piace dimenticando che molti per farci divertire e per guadagnare denaro e successo siano pronti a rischiare la vita. L'esempio comunque è la parte più pericolosa: il doping viene utilizzato anche amatorialmente, anche in competizioni rionali, perchè è entrato nella mentalità, farne uso rende furbi e più bravi: in una società dll'immagine, dove il privato viene difeso per legge ma esposto in TV, l'importante è apparire..come non è fondamentale.
Stativi buoni.
Roy