giovedì 15 settembre 2011

L'Irisbus ed il sud

Il deputato Arturo Iannaccone fa inserire all'ordine del giorno una proposta per un fondo pro sud. L'attesa dell'irpino è quella di aiutare i giovani meridionali a trovare lavoro. Certo l'azione è piena di buona volontà, ma chiederei a Iannaccone ed altri che vogliono bene a questa terra, toccata dal Signore ma disturbata dall'uomo, di inserire come 'conditio sine qua non' una formazione etica comportamentale. La voglia dell'occupazione non deve essere solo occasione di vitalizio, ma di appagamento interiore perchè l'uomo ha diritto di avere dignità propositiva nell'essenza di umano.
L'impiego in qualsiasi settore deve supportare un'esigenza potente di sentirsi utile, di apporto consistente del proprio impegno, di gratificazione costante per l'azienda, se stesso, la propria famiglia. Gli operai che da qulche mese rivendicano il posto di lavoro all'Irisbus, dovrebbero, prima di tutto fare ammenda: perchè mai la Fiat vuole chiudere o dismettere l'unica fabbrica italiana sul territorio produttrice di autobus? Quanto le costerà aprire altrove? E' un'azione valida economicamente? Evidentemente consegnare i pulman quasi gratis alla clientela perchè sempre in ritardo nel rispettare i tempi delle commesse, pagando penali inammissibili, può essere la risposta ai nostri dubbi. Un territorio, quello meridionale, naturalmente predisposto all'agricoltura, al turismo, è stato vituperato da politiche ataviche di intrallazzi: la trasformazione in paese industrializzato anche dove questa avrebbe dovuto essere di altro genere, ha condizionato lo spirito della nostra gente, disturbata da un impegno diverso ed alienante: si è visto solo il tira a campare, lavora il minimo e fottitene del tuo lavoro.
Stativi buoni.

Roy