giovedì 8 aprile 2010

la lingua italiana è una opzione.

Qualche anno fa ci fu il primo campanello d'allarme quando nel Parlamento europeo si cercò di non effettuare traduzioni simultanee in italiano, ora ci riprovano con l'esclusione dalle tre lingue ufficiali, il Ministro Ronchi ha promesso di ricorrere, ma credo che gli italiani debbano fare autocritica per la spiccata propensione all'utilizzo dei barbarismi.

E' più facile, ci vuole una conoscenza dell'italiano risicata e crediamo di essere fichi introducendo parole come governance e intelligence, o addirittura cambiando gli articoli determinativi e chiamando un amministratore La Presidente e la Ministra.

I giornalisti sono i più scimmiottati perchè si pensa che dovendo scrivere in continuazione, siano padroni della lingua ed ancor più delle mode che rendono apprezzabili uno scritto: invece si copiano a vicenda ed utilizzano erroneamente la scarsa grammatica di cui sono in possesso.

Assistiamo inoltre alla ufficializzazione dei dialetti pronunciati in modo becero e volgare nei cosiddetti "reality", dove strafalcioni ed italiano approssimato sono il pane quotidiano, ed ecco che il dramma è consumato: l'italiano va nel cassetto e l'ignoranza caprina assurge a...tronista.

Allora caro Ministro forse in Europa hanno seguito la dialettica giornalistica e le nostre trasmissioni televisive, ed hanno pensato: ma se non interessa agli italiani, perchè l'italiano dovrebbe interessare noi?

Volimmoce bene.

Roy