martedì 2 ottobre 2012

L'Italia dei ladri

Il Fatto Quotidiano
Falso in bilancio, gotha dell'imprenditoria chiese la depenalizzazione nel 1997Falso in bilancio, gotha dell’imprenditoria chiese depenalizzazione nel ’97
Tutti pensiamo che il papà, l’ispiratore della legge che fa sparire il reato di falso in bilancio è Berlusconi. In realtà Berlusconi non ha fatto altro che ascoltare quello che la spina dorsale del Paese gli chiedeva” Così esordisce Milena Gabanelli, nella puntata di Report dedicata ai parlamentari indagati e condannati, mostrando una lettera risalente 17 aprile 1997. L’epistola, già pubblicata dal Sole 24 Ore e firmata dalla migliore imprenditoria italiana, contiene un accorato attestato di solidarietà al presidente della Fiat Cesare Romiti, appena condannato per falso in bilancio, frode fiscale, finanziamento illecito ai partiti. Ma soprattutto è una richiesta pervicace di depenalizzazione del falso in bilancio. Milena Gabanelli menziona il passaggio clou della missiva: “si chiede di escludere dal perimetro delle responsabilità operative i fatti che abbiano una rilevanza marginale rispetto alle dimensioni dei conti delle imprese”. E aggiunge: “Si tratta di una solidarietà che diventerà legge. Nel 2003, infatti, la condanna a Romiti sarà revocata perché il fatto non costituisce più reato”. Firmatari della lettera: ben quarantacinque esponenti dell’élite capitalistica italiana, tra i quali Piero Antinori, Antoine Bernheim, Enrico Bondi, Giancarlo Cerruti, Enrico Cuccia, Diego Della Valle, Ennio Doris, Giuseppe Gazzoni, Luigi Lucchini, Achille Maramotti, Alfio Marchini, Vittorio Merloni, Leonardo Mondadori, Letizia Moratti, Giannola Nonino, Umberto Nordio, Sergio Pininfarina, Andrea Riffeser Monti, Aldo Braghetti Peretti, Gianmario Rossignolo, Gianfranco Zoppas

1 ottobre 2012
Milena Gabanelli ha evidenziato con la sua interessante trasmissione che il 10% ricco dell'Italia governa, il 90% restante subisce.
Della Valle attacca la Fiat ma è complice nel chiedere leggi che facciano diventare l'evasione la regola. La Guardia di Finanza  indaga, ferma le auto costose, blocca l'acquisto delle barche, perseguita i piccoli evasori, le aziende medie chiudono, le grandi guadagnano mettendo in cassa integrazione e nel contempo ricattano per avere: l'utile ottenuto pagando tasse su fatturati truccati è a monte, se il falso in bilancio non è un reato, cioè la falsa comunicazione di dati tassabili, perchè si parla di lotta all'evasione? Il marcio è nella collusione tra politica ed imprenditoria. La Confindustria segue l'andamento politico con l'occhio attento ai cazzi propri, specula sulle parole, i consigli, gli allarmi: moriamo di tasse, Monti è buono il lunedì, fa schifo il martedì. E noi che non capiamo niente facciamo il tifo ora di qua ora di là: Squinzi è bravo, Squinzi è cattivo. Siamo sempre e solo al seguito della squadra che si è già venduta la partita. In effetti l'italiano è uno spettatore che non si accorge di aver contribuito di tasca sua alla produzione del film nel quale quando gli va bene resta solo una comparsa.
Stativi buoni.
Roy