martedì 28 agosto 2012

Le Paralimpiadi con doping e molestie sessuali


Ieri ho ascoltato alla radio un responsabile/atleta delle Paralimpiadi che, descrivendo il fascino e l'emozione che generavano queste gare riservate agli invalidi, come va di moda in quest'epoca di falsità, trovava speciosa la definizione di atleta invalido: bisognava definirlo semplicemente atleta..! Non è giusto, secondo il commentatore, usare definizioni razziste per i partecipanti all'impegno sportivo internazionale. Ci troviamo in un mondo dove le atrocità effettuate sugli animali si chiamano ricerca scientifica, progresso; i camerieri diventano collaboratori domestici, i negri, uomini di colore...per non andare tanto lontano: con una frase cancelliamo fame e disperazione e tramutiamo il tutto in programmazione attuativa di crescita...? Siamo all'apologia stretta dell'ipocrisia. Nascondiamo la nostra vergogna di esseri vili dietro frasi o parole forbite. Purtroppo l'era degli uomini è finita da molto; ora siamo nei tempi degli 'quaquaraqua'...! Come fare a convincere gente senza palle a farsi da parte? Oggi chiamare un omosessuale frocio lo offende, lui è gay...? Tre consonanti e tre vocali offendono, una sigla americana fa tendenza. Follia pura. Le definizioni cambiano l'essenza delle cose: ma intanto a Londra tre invalidi o portatori di handicap o diversamente abili, hanno approfittato di bambine, traducete voi con una frase migliore: il fatto è che lo schifo è uguale.
Il doping è una pratica anche di lor signori ed anzi, 'approfittando' della condizione 'svantaggiata' usano procurarsi dei traumi che migliorano l'afflusso sanguigno e quindi la resa atletica...! Si chiama 'boosting' il trucco che atleti con il midollo spinale danneggiato utilizzano per migliorare la gittata cardiaca. La pericolosità di questa pratica è altissima. Non sarebbe il caso di ritornare ai fatti e tralasciare le cazzate?
Stativi buoni.
Roy