Ci siamo riempiti la bocca di questa parola che
utilizziamo quando serve, lanciandoci in morali e quasi mistiche elucubrazioni, atte a qualificare qualsiasi pensiero.
Quando invece, dobbiamo realizzare qualche fattariello che ci
interessa, ecco che la parola democrazia è dimenticata, offesa e subornata.
Dopo il colpaccio di Napolitano che fece dimettere
quel pollo di Berlusconi, si sono
alternati personaggetti (De Luca) che
hanno affossato il Paese: siamo ultimi in Europa per azioni di governo e primi
nel servilismo.
La sanità, una delle pochissime leggi italiane che ci hanno contraddistinto nel mondo, è diventata cosa da ricchi,
all’americana, altro che governo di sinistra.
I carburanti, le tasse, le
assicurazioni, il lavoro, la disoccupazione: voci inconsistenti che non
interessano, mentre bisogna eliminare il Senato, pensare agli omosessuali, allo
ius soli ed altre amenità che
potranno solo creare malanimi ed agitazioni sociali.
La voce del popolo non
sortisce attenzioni e se la piazza chiede, il governo fa spallucce, proprio
come recita il simbolo del partito di governo.
www.ilbollettinoirpino.blogspot.it
Il cosiddetto Partito
democratico che impone attraverso occlusioni parlamentari un pensiero sinistro
ma non di sinistra, ha determinato un’azione di governo da ultrà di destra: la
democrazia, quella che avrebbe dovuto decidere l’abbandono di questa
legislatura incostituzionale, vede stuprare il proprio significato, da chi ha
sempre voluto incarnarsi in un ruolo moralistico di superiore valenza
intellettuale, solo perché di sinistra.
Una sinistra logora ed opportunista, ha
artigliato il potere con piglio autoritario, prepotente ed oppressivo, tanto
che appena si parla di consensi elettorali si offende per la pochezza dell’interlocutore
che non capisce che la democrazia è cosa buona è giusta, ma solo a chiacchiere.
Stativi buoni.
Roy
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