lunedì 1 febbraio 2016

La democrazia: che bella cosa se…

Ci siamo riempiti la bocca di questa parola che utilizziamo quando serve, lanciandoci in morali e quasi mistiche elucubrazioni, atte a qualificare qualsiasi pensiero.

Quando invece, dobbiamo realizzare qualche fattariello che ci interessa, ecco che la parola democrazia è dimenticata, offesa e subornata.

Dopo il colpaccio di Napolitano che fece dimettere quel pollo di Berlusconi, si sono alternati personaggetti (De Luca) che hanno affossato il Paese: siamo ultimi in Europa per azioni di governo e primi nel servilismo.

La sanità, una delle pochissime leggi  italiane che ci hanno contraddistinto nel mondo, è diventata cosa da ricchi, all’americana, altro che  governo di sinistra. 

I carburanti, le tasse, le assicurazioni, il lavoro, la disoccupazione: voci inconsistenti che non interessano, mentre bisogna eliminare il Senato, pensare agli omosessuali, allo ius soli ed altre amenità che potranno solo creare malanimi ed agitazioni sociali. 

La voce del popolo non sortisce attenzioni e se la piazza chiede, il governo fa spallucce, proprio come recita il simbolo del partito di governo. 
www.ilbollettinoirpino.blogspot.it
Il cosiddetto Partito democratico che impone attraverso occlusioni parlamentari un pensiero sinistro ma non di sinistra, ha determinato un’azione di governo da ultrà di destra: la democrazia, quella che avrebbe dovuto decidere l’abbandono di questa legislatura incostituzionale, vede stuprare il proprio significato, da chi ha sempre voluto incarnarsi in un ruolo moralistico di superiore valenza intellettuale, solo perché di sinistra. 

Una sinistra logora ed opportunista, ha artigliato il potere con piglio autoritario, prepotente ed oppressivo, tanto che appena si parla di consensi elettorali si offende per la pochezza dell’interlocutore che non capisce che la democrazia è cosa buona è giusta, ma solo a chiacchiere.
Stativi buoni.


Roy