"Stiamo arrivando" dice il bimbo italiano... E l'altro piange spaventato |
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L’Italia in Europa è
considerata alla stregua di un aggregato di servi sciocchi che sta agli ordini
come un soldato di fanteria.
La nostra
autoreferenzialità è fine a noi stessi, poi appena scendiamo a Bruxelles o a
Strasburgo, ci abbassiamo i pantaloni, pronti a tutto.
Siamo come quei
“picciotti” che giurano eterno amore al “padrino”, senza limite alcuno.
Il buffoncello della
provincia toscana, alza la voce da noi
vantando valutazioni e decisioni che invece sono tedesche, come l’abolizione
dell’art. 18, unico ostacolo al subentro estero tra le aziende italiane ormai
decotte.
Purtroppo il popolo
italiano non sa scegliere, questo è formato da una masnada di “Masaniello”,
pronta a svendersi per un piatto di lenticchie d’antica memoria democristiana.
Abiurare le proprie
tradizioni linguistiche e religiose, farsi paladini di regole e memorie che non
ci competono pensando di essere alla moda, viene tradotto in popolo di evirati che non ha
parola e dignità.
Certo Berlusconi non ci
ha lasciato un patrimonio di cui andare fieri, ma la sinistra che non ha temuto
di fare figuracce all’estero perseguitando colui che rappresentava il Paese è
il peggio per l’Italia.
Senza se e senza ma,
assolutamente si o no, detto questo o ciò, ..e quant’altro, le bombe d’acqua, i m(i)dia…i racconti delle fiabe (perché?..perchè…,
che cosa…?) ed ogni amenità mutuata dalla televisione o dai giornali, rendono questo
paese ridicolo: ve la ricordate l’Italia da bere?..
Beh, oggi è sinonimo di
fallimento e corruzione.
Ma non la smettiamo di
collocarci subito in linea con la moda per stupida ed inconsistente che sia.
I nostri figli li
mandiamo alle università americane o almeno in quelle più “in” italiane,
pensando che Elkann sia meno idiota di quello che dice, perché ha fatto così;
scimmiottiamo l’inglese
mentre il Papa orgogliosamente va a Strasburgo e parla alle amebe europee in
italiano, alla faccia di D’Alema che fa una
conferenza in pseudo inglese a…Roma.
Tutto ciò è la prova
che non siamo un paese serio, e la Merkel che in Europa parla tedesco mentre il
nostro Draghi si affanna a farlo in inglese, capisce bene con chi ha a che
fare: essere autorevoli significa acquisire autorevolezza con i contenuti e l’orgoglio
di essere italiani.
Spiegare all’estero che
purtroppo, non hanno natali all’altezza dei nostri, far capire che la fantasia,
l’ingegno e la bellezza della mente di un italiano, sono patrimonio dell’umanità,
darebbe il senso di quello che siamo, differenziandoci, una volta per tutte, da
personaggi da operetta che pure esistono, come Napolitano, Monti,
Letta, Berlusconi, Renzi, Prodi, Grillo…
Abbandoniamo l’idiozia
che ci sta connotando nel mondo, distruggiamo gli Alfano, i La Russa, le
Picierno e le Moretti, ed assumiamo finalmente, l’atteggiamento di un popolo
serio ed affidabile che non ci confonda più con vermiciattoli vestiti a festa
che hanno fatto dell’imbroglio in Parlamento, una ragione di vita.
Stativi buoni.