L’Avvento è un momento
così duttile che ognuno riesce a forgiarselo a modo suo.
Periodo di vacanza o
di pena, di affari e di regali, o d’introspezione per ciò che siamo.
E non
sempre corrisponde al vero, perché noi ci autoassolviamo, mentiamo e giudichiamo.
Siamo fatti così.
Ciascuno si aggrappa alla propria condizione, per
commiserarsi o esaltarsi, fingendo magari un finto dispiacere per i poveri o
per chi non ce la fa, godendo dentro di sé come un riccio.
Perchè poi pensiamo,
come facevano i Farisei che c’è una giustizia superiore che ha voluto i
Berlusconi ed i barboni, i sani ed i malati, i furbi e gli idioti.
Non mi ha
regalato niente nessuno, l’arrogante esposizione di se stessi;
come se nascere
in un corpo sano, fosse un merito prenatale.
Essere cittadini e non profughi, è
la condizione scelta da chi è nato fortunato: carità e solidarietà la lasciamo
ai volontari, altra genia di poveretti che non hanno di meglio da fare.
Trovarsi
davanti alla Tv ed ascoltare il sindaco di Messina che continua a professarsi
onesto, ma idiota in quanto gliela fanno sotto il naso, ed i consiglieri
truffaldini che difendono le proprie scelte amorali con lo stupore di chi sa
che è così che va, lascia un senso di rabbiosa impotenza.
La stessa che si
prova nell’ascoltare Matteo Renzi che subito dopo, spiega ad un Giletti
scendiletto, che il debito pubblico è diminuito, che la sua legge di stabilità è
un grande passo in avanti, ed altre bugie su bugie che con il metodo del
proclama, vorrebbero annacquare la verità.
E che importa, infatti, se il debito è ai
massimi storici e che questa nuova infamia di stabilità è un omaggio ai poteri
che l’hanno assunto.
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L’importante secondo questo indecente buffone toscano, è
fare propaganda;
non conta la verità, tanto, lo sappiamo, tutti mentono.
Buon Natale, a chi ci
crede.
Roy