L’Europa Unita è una bufala, se avessimo ancora avuto bisogno di conferma, alla
prova dei fatti.
I Paesi europei si limitavano ad ignorare i nostri problemi
con gli sbarchi, decidevano a gruppetti,
di agire contro questo o quel paese in guerra, o ancora, prendevano decisioni
finanziarie che penalizzassero la Grecia fino a portarla sull’orlo del
fallimento, salvo rallentare quando ci si accorgeva che la disfatta ellenica
poteva trasportare con se parecchi crediti tedeschi.
La Germania insieme alla Francia, quando non riuscivano a
centrare l’obiettivo minimo di sforamento imposto dall’Eu, venivano tollerate,
mentre noi ed altri eravamo immediatamente sanzionati con penali difficili da
sopportare.
Abbiamo ipocritamente, continuato a credere di essere
un’unione, perché Romano Prodi, uomo della sinistra, che ci aveva persino penalizzato accettando un
cambio lira / euro sfavorevolissimo, riteneva fosse giusto così: guai a
contraddire le “verità” progressiste, equivale ad essere dei retrogradi privi
di futuro…!
Per un miracolo inaspettato l’Eu ha partorito le “quote”,
è scelta di questi giorni, per ripartire equamente gli immigrati sul territorio
continentale: pronta è la reazione di Gran Bretagna, Paesi dell’est, Francia,
Spagna, ed altri di cui siamo in attesa, perché non accettano di dividere i
nostri guai…!
Però ci piace dire che siamo europei, che crediamo
nell’Unione, che “ce lo chiede l’Europa”, che uscire dall’euro è da pazzi…e così via…!
Siamo fatti così: i partigiani erano eroi che
combattevano per noi, mentre eravamo in una guerra civile, l’omosessualità è un
valore aggiunto, i neologismi stupidi sono traguardi importanti, la tracotanza
da dittatore latino americano di Matteo Renzi, è solo decisionismo che gli fa
onore…!
E allora, anche da noi accadrà presto quanto succede in Francia: Nayata
Vallaud-Belkacem, il bel ministro dell’Istruzione, d’origine marocchina, ha
deciso di eliminare latino e greco, per inserire lo studio “obbligatorio” dell’Islam.
La mobilitazione contro la scellerataggine del misero
Hollande che permette questo, partirà dalla Sorbona di Parigi e dal prestigioso
Liceo Enrico IV, mentre, udite udite, il “je suis Charlie”, è miseramente
fallito nonostante l’orgasmo delle manifestazioni mano nella mano: il terrore è una cosa, le stronzate delle sfilate che facciano paura,
sono un’altra.
Stativi buoni.
Roy