Come
ho già scritto, la morale è diventata una “valutazione d’opportunità”, ed il
buon Cantone, pagato da questo governo, ha subito perso la sua legittimità,
quando si è accorto che con qualche asserzione di compiacenza, avrebbe potuto allungarsi
il contratto.
Ed
ecco l’intervento a gamba tesa che nessuno gli ha chiesto: commentare il caso
De Luca, con interpretazioni personali e chiaramente di parte.
Non
sono un giurista, ma una legge, la Severino, chiara e perfino applicata
retroattivamente nel caso Berlusconi, senza nessuna possibilità per il Silvio
nazionale, spodestato del titolo di senatore ed anche di cavaliere, con sommo
gaudio della sinistra forcaiola, diventa improvvisamente, sbagliata, da
riscrivere, da annullare e da interpretare, mi sa tanto di leccatona senza ritegno…!
Allora, Renzi chiama Raffaele Cantone, da lui nominato Presidente dell’Autorità
Nazionale Anticorruzione, che fino ad oggi godeva di grande considerazione perché
lo si credeva avulso da interessi di bottega, perché gli dia una mano per
incominciare l’opera sgretolante della “severino” insieme alla credibilità
della nemica Bindi.
Questo
magistrato napoletano, certamente capace nel settore penale, non può nascondere
l’ambizione che lo spinge ad accettare ruoli da Monti e Letta, prima, ma che
intanto, non lo rendono automaticamente una cima in costituzionale: spiegarci, alla faccia di illustri costituzionalisti, come interpretare la legge, come
applicarla e in quale circostanza utilizzarla, è solo un piacere che fa a Matteo Renzi.
Invece
di commentare, se proprio non ne poteva fare a meno, la sconsiderata querela a
Rosi Bindi da parte di un pregiudicato con infamanti processi a carico da molti
anni in essere, si è scagliato, scoprendosi improvvisamente, in difesa di De Luca:
non so quanto gli sia costato il supporto a Matteo Renzi, da “onestissimo” ex
magistrato, certo è che davanti agli interessi personali, non esiste più
principio o onestà intellettuale, ma soltanto questa squallida, vergognosa,
spudorata amoralità.
Stativi
buoni.
Roy