La decisione di chiudere la Irisbus ad Avellino nella valle dell’Ufita, improvvisamente e vigliaccamente, rende chiara se ve ne fosse ancora bisogno che la strategia di Marchionne, ampiamente anticipata dalla FIOM alla quale nessuno credeva, oggi svela il suo vero volto fallimentare. Ora vediamo quale insanabile crisi percorre la FIAT del canadese, chiude l’unica fabbrica di autobus italiana. Alla faccia di tutte le puttanate che solo un anno fa l’azienda propalava ai sindacati: nuovi impegni finanziari, nuove linee di produzione, estromissione delle solite teste calde che tanto indispongono il grande conduttore italo canadese. Nulla di tutto questo, era semplicemente una balla. Questo signore col girocollo, con la complicità di un governo strafottente e vile, capace solo di picchiare i no tav della Val di susa, senza alcuna strategia e volontà, abbandonerà le cose italiane al proprio destino. Noi staremo a guardare invece di occupare le fabbriche, assumere di nuovo i cassintegrati, dare ‘carta e penna’ ai progettisti per produrre nuovi modelli tali da rilanciare l’attività alla stregua di Volkswagen o BMW. Il canadese se ne vada in America, noi non ce lo meritiamo.
Stativi buoni.
Roy