Dicono che Matteo Renzi parli alla pancia del centro-destra.
A me questa storia della pancia ha un po’ seccato.
Dicono che Matteo Renzi parli alla pancia del centro-destra.
A me questa storia della pancia ha un po’ seccato.
A me questa storia della pancia ha un po’ seccato.
Tutte le simpatie del centrodestra, vere o presunte, sono
sempre di pancia, così come le sue antipatie sono sempre inguinali (sta
sulle palle). Mai, non dico di testa, ma almeno di spalla, di esofago,
di cuore. Però Matteo è furbino e gioviale: sembra un compagno di
scuola che non ha studiato ma sa intortare i docenti. Renzi, poi, è ben
costruito sul target, ha studiato Matteologia. È un postberlusconiano
scaltro. Mestiere: giovane.
Non è sbagliato il rinnovamento generazionale, purché non diventi fanatismo anagrafico. Non riescono a capire la sua collocazione, ma lui è centrista, nel senso che c’entra sempre. Votate a sinistra? C’è il compagno Renzi. Volete votare Pdl? Ma c’è l’amico Matteo. Volete votare cattolico? Ma c’è don Matteo. Votate antipolitico? C’è Rottamatteo per servirla.
In politica estera sposa la linea di Obama Fallaci, per non scontentare nessuno, si fa nero a sinistra e fiorentina al sangue a destra. Al governo ama i tecnici purché periti, è liberal ma con la marmitta sociale sfondata per far rumore di solidarietà.
Con Grillo si fa Cicala. Uno Zelig. È guelfo nei giorni pari, ghibellino nei dispari, la domenica tenta l’inciucio. Un grande. Un arcitaliano, nato dalla tradizione dei piaciones. Un concorrente ferrato in tv. Il problema sarà se verrà promosso alle primarie e dovrà affrontare le secondarie, passando dagli studi televisivi agli studi superiori. Però lui, almeno, non parte dall’odio.
Non è sbagliato il rinnovamento generazionale, purché non diventi fanatismo anagrafico. Non riescono a capire la sua collocazione, ma lui è centrista, nel senso che c’entra sempre. Votate a sinistra? C’è il compagno Renzi. Volete votare Pdl? Ma c’è l’amico Matteo. Volete votare cattolico? Ma c’è don Matteo. Votate antipolitico? C’è Rottamatteo per servirla.
In politica estera sposa la linea di Obama Fallaci, per non scontentare nessuno, si fa nero a sinistra e fiorentina al sangue a destra. Al governo ama i tecnici purché periti, è liberal ma con la marmitta sociale sfondata per far rumore di solidarietà.
Con Grillo si fa Cicala. Uno Zelig. È guelfo nei giorni pari, ghibellino nei dispari, la domenica tenta l’inciucio. Un grande. Un arcitaliano, nato dalla tradizione dei piaciones. Un concorrente ferrato in tv. Il problema sarà se verrà promosso alle primarie e dovrà affrontare le secondarie, passando dagli studi televisivi agli studi superiori. Però lui, almeno, non parte dall’odio.
Stativi buoni
Roy