
L'ex capo comunicazione dell'azienda, Borgogni, racconta ai pm di una
'provvigione' dell'11% su un affare da 5 miliardi di euro, mai concluso,
che doveva finire anche nelle tasche dell'ex ministro
Affari, politica e l'ombra del più grande
tentativo di corruzione (fallito) mai visto: 550 milioni di euro di
tangente da ripartire, secondo la gola profonda Lorenzo Borgogni, ex
responsabile comunicazioni di Finmeccanica, tra l’ex ministro Claudio
Scajola, l’onorevole Pdl Renato Nicolucci e l’allora ministro della
Difesa brasiliano Jobin. L’inchiesta Finmeccanica - con l’arresto del
dirigente Paolo Pozzessere, gli avvisi di garanzia all’ex ministro e al
deputato Massimo Nicolucci ieri è deflagrata aprendo nuovi scenari.
Anche quello di pressioni su Silvio Berlusconi da parte dell’ex
direttore dell’Avanti Valter Lavitola. Il Cavaliere, stando alle carte,
avrebbe anche raccomandato un senatore Pdl per un altro affare in
Indonesia.
Scajola, l'utile idiota di Berlusconi, voleva la più grande tangente della storia .
Certo sarebbe stata una bella rivincita quella dell'ex ministro, ma attuale ritardato.
Dopo lo 'scuorno' della casa acquisita all'insaputa, tesi difensiva di un demente, voleva una tangente colossale, da primato, tale e quale a quello di ministro più deficiente della storia d'Italia. Comunque il ringraziamento di averci portato simili campioni, lo dobbiamo sempre al nostro Cavaliere, che nonostante il costante impegno, vedi governo Monti, per farsi schifare, non manca di trovarsi comunque invischiato in faccende vergognose. Speriamo che il popolo rientri in se alle prossime elezioni, e che intanto l'uomo 'istituzionale' come si è autodefinito Scajola, ladrone di strada, mantenga la 'serenità' dell'ebete che gli è propria: sarà una grande soddisfazione quando andrà in galera.
Stativi buoni.
Roy