
Marco
Pannella, l’uomo delle sfide eterne, non è più.
Si è portato con sé le
battaglie per l’aborto e il divorzio.
Osteggiato
sempre e certamente poco accetto, in vita veniva ricordato per i suoi eccessi:
il brigatista rosso Toni Negri e la porno diva Ilona Staller onorevoli della
Repubblica seduti in Parlamento tra i banchi dei radicali.
A
parte queste amenità che sembrerebbero la pagliuzza evangelica davanti alla pletora che infesta
le Camere attuali, Pannella è stato quello che ha fatto tutto ciò in cui
credeva, senza remore o interessi economici, stigmatizzando, anzi, i ladroni ed
i parassiti della politica.
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Ovviamente
gli imprenditori della
Cosa Pubblica non hanno mai visto di buon occhio chi gli ricordasse che
esistono anche i problemi sociali, quelli che interessavano al Marco radicale,
come la detenzione o la giustizia.

Ha
perfino sbugiardato la furbetta Bonino senza che nessuno ci facesse caso perché
ormai accreditata dal civilissimo
politicamente corretto di cui bisogna
approvvigionarsi per entrare nelle stanze dei bottoni.

Ipocrisia
e spudoratezza la fanno da padrone in queste ore, tutti i media escono in
sperticati elogi di grandezza dell’uomo di Stato che sfortunatamente
non hanno insignito con la nomina di
senatore a vita, non gli hanno intitolato strade o parchi naturalistici, o
qualche francobollo.

Stativi
buoni
Roy