Marco
Pannella, l’uomo delle sfide eterne, non è più.
Si è portato con sé le
battaglie per l’aborto e il divorzio.
Osteggiato
sempre e certamente poco accetto, in vita veniva ricordato per i suoi eccessi:
il brigatista rosso Toni Negri e la porno diva Ilona Staller onorevoli della
Repubblica seduti in Parlamento tra i banchi dei radicali.
A
parte queste amenità che sembrerebbero la pagliuzza evangelica davanti alla pletora che infesta
le Camere attuali, Pannella è stato quello che ha fatto tutto ciò in cui
credeva, senza remore o interessi economici, stigmatizzando, anzi, i ladroni ed
i parassiti della politica.
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Ovviamente
gli imprenditori della
Cosa Pubblica non hanno mai visto di buon occhio chi gli ricordasse che
esistono anche i problemi sociali, quelli che interessavano al Marco radicale,
come la detenzione o la giustizia.
Manco
il Papa che predica, ma non ci pare che intervenga praticamente con il
patrimonio edilizio vaticano nella vicenda extracomunitari, ha rappresentato un
valido competitore: Pannella ha rischiato più volte la vita per perorare le sue
cause, è divenuto un punto di riferimento alla disperazione dei detenuti, non è
mai cambiato di una virgola in sessant’anni di vita dedicata alla Polis.
Ha
perfino sbugiardato la furbetta Bonino senza che nessuno ci facesse caso perché
ormai accreditata dal civilissimo
politicamente corretto di cui bisogna
approvvigionarsi per entrare nelle stanze dei bottoni.
Escluso
pertanto dai salotti importanti, come si dice, si possono contare i suoi inviti
televisivi o le presenze sui giornali, se non per la cronaca di qualche digiuno,
perché scomodo e forse sgradevole, ecco che improvvisamente tutti si stracciano
le vesti nel giorno della scomparsa di questo signore.
Ipocrisia
e spudoratezza la fanno da padrone in queste ore, tutti i media escono in
sperticati elogi di grandezza dell’uomo di Stato che sfortunatamente
non hanno insignito con la nomina di
senatore a vita, non gli hanno intitolato strade o parchi naturalistici, o
qualche francobollo.
Il
fatto è che si sono tolti dalle palle una mina vagante, capace di sputtanarli
pubblicamente quando meno se l’aspettassero, il resto sono le solite
chiacchiere stucchevoli alle quali siamo avvezzi e ormai temprati dalle puttanate
quotidiane di Matteo Renzi.
Stativi
buoni
Roy