Nel mirino della cronista d'assalto è finita Moncler, azienda di abbigliamento (i famosi piumini) tra i simboli dell'eccellenza italiana. Un ex manager con qualche vendetta da consumare ha guidato gli inviati di Report nell'Est europeo, prima in un allevamento dove povere oche vengono spennate senza tanti complimenti per fornire le piume, poi in laboratori che per 40 euro l'uno assemblano i capi. Doppio scandalo: animali maltrattati e margini di guadagno iperbolici, visto che un piumino Moncler in negozio non costa meno di settecento euro.
Il risultato è stato che ieri Moncler in Borsa - sull'onda dell'indignazione - ha perso fino al 5 per cento, bruciando 140 milioni del suo capitale. Scusate il gioco di parole, ma è davvero da oche giulive cadere in un simile tranello. Prima osservazione: Report non è riuscito in alcun modo a dimostrare che ci sia una complicità tra gli allevatori crudeli e Moncler, che infatti compera le piume da altri imprenditori che trasformano il grezzo in prodotto finito. Seconda osservazione. Si è taciuto (bastava leggere i bilanci della società), che al netto dei costi del trasporto, degli stilisti, della ricerca, della pubblicità, dei negozi, dei dipendenti e delle tasse, Moncler per ogni piumino venduto non ricava più di cento euro. Il che non mi sembra una porcheria, tantomeno un reato.
Ma sta di fatto che l'odio sociale del giornalismo di sinistra per chi produce ricchezza ha provocato un danno enorme a un'azienda leader che solo lo scorso anno ha versato alla collettività 50 milioni in tasse. Noi vogliamo bene alle oche, ma vogliamo anche e più bene al nostro Paese. E siamo orgogliosi che un italiano, Remo Ruffini, abbia acquistato anni fa Moncler dai francesi e con il suo ingegno l'abbia trasformata da marchio fallito a sogno collettivo internazionale. Un vero scoop, non come quelli sfascia Italia della Gabanelli.
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Fantastico, la Moncler guadagna € 100 da
un piumino...!
Un'azienda produce un articolo che costa
€1000,00 e lo vende a € 1200,00
guadagnando solo € 100, il 10%, e così,
"acino acino si fà 'a macina" dicono a
Napoli, i restanti € 100 li fanno di sconto...!
Infatti il povero Remo Ruffini, l'aereo l'ha
comprato all'Ipercoop, e se non sta
attento ai bilanci
che "Il Giornale" ha analizzato,
presto lo troveremo a dormire sotto un
ponte.
L'arroganza ed il pudore di chi la vita se
la beve senza sudore, non ha fine; tutto
viene ricondotto agli utili, ai soldi persi.
Poi nessuno sa che cosa fa
la mano destra rispetto alla sinistra:
che volete sappia
Ruffini di come gli procurano le piume!
Anche il povero Cucchi è morto senza che
nessuno si accorgesse di nulla: che volete
potessero sapere il direttore del carcere, i
medici, i secondini, i poliziotti.
I periti hanno trovato lesioni da "bara" o
produzione di auto-ematoma: lo ripeto,
siamo senza pudore, e la tragedia è che
un prezzolato come il direttore Sallusti,
ormai ci crede alle sue logiche, badando
bene a non farsi coinvolgere da stupidi
sentimentalismi che parlano di umanità,
rispetto, etica, morale.
Roba da perdenti...!..Si dice così...?...
Stativi buoni.
Roy