Vorrei scrivere che quest’anno il Natale si sia contraddistinto per la sua vera essenza spirituale: abbiamo finalmente riscoperto che il 25 dicembre nasce Gesù nei nostri cuori, la vita sarà diversa, ci occuperemo della sofferenza, ci interesseremo agli sfortunati.
Purtroppo non è così, i ciechi non parleranno come i sordi, tanto per parafrasare una canzone di Dalla; la realtà, se vogliamo, peggiora, siamo e restiamo abbarbicati al nostro, non sopportiamo nulla che ci smuova, “vada a fanculo il mondo intero purchè lontano da me”.
Ho un magone, nonostante ogni preghiera, gli operai della Vinyls, della Tirrena, della Federal Mogul, della Thyssen Krupp ed altre realtà piccole e grandi subiscono la logica nefanda di quel 10% ricco che trattiene il 50% della ricchezza di questo paese, insensibile oltre la propria vita di quella degli altri, assente ad ogni richiesta d’aiuto, sordo ad ogni lamento. Maledizione.
Maledizione per quei ragazzi che dormono nella scuola a Palermo, al freddo che uccide gli invisibili o gli extracomunitari che si ricoverano di notte nelle stazioni del treno, maledizione per i carcerati, i malati, i bistrattati. Maledizione.
Gli auguri riempiono lo spazio degli sms, belle parole, frasi altisonanti, poesie gratuite che nulla costano, anche un minimo impegno del nostro preziosissimo tempo: buon Natale ipocrisia, felicità codardia, serenità a tutti noi che non meritiamo un guaito di dolore di tanti animali abbandonati per la loro incapacità di tutelare i nostri divani.
Vorrei piangere.
Roy