Stasera, il sindaco di Nusco si ripeterà a La7, in un confronto all'arma bianca con il meraviglioso ignorante di Palazzo Chigi.
Il vecchio Presidente del Consiglio e il nuovo: il primo scelto da un Parlamento costituzionale di gente che sapeva fare politica, il secondo messo là da re Giorgio, con l'avallo di un consesso incostituzionale di cambia casacca.
Beh, a nostro avviso la competizione è impari;
il buffoncello toscano, oltretutto poco attento alla Cosa Pubblica, si è abituato a vincere facile come la famosa pubblicità, con conduttori asserviti che gli hanno sempre fatto da spalla.
L'ultimo scontro fatale, Matteo Renzi l'ha sostenuto con Marco Travaglio nella trasmissione di Lilli Gruber.
Quando il direttore de Il Fatto Quotidiano provava ad azzannare le spiegazioni molto approssimate di Renzi, la dolce Lilli, ricordiamo appartenente come Napolitano, al Club Bilderberg, intestatario del nuovo ordine mondiale, interveniva furiosamente, bloccandolo.
Insomma Marco Travaglio ha potuto esprimersi pochissimo, così come è capitato qualche settimana fa a De Mita da Mirta Merlino, che molto sconvenientemente, non ha saputo calcolare i tempi, chiudendo la trasmissione senza che i due ospiti, il ministro Orlando era l'altro, potessero dibattere.
L'Aria Che Tira ha avuto una battuta d'arresto che avrebbe potuto evitare, se la conduttrice non fosse stata tanto leggera.
Stasera quindi, non sappiamo se per rimediare o perché Mentana ha fiutato il colpo gobbo, avremo il verdetto: il Ciriaco nazionale torna alla carica per far fare una figura barbina al fantastico con i denti da coniglio.
La cosa andrà così, e la sorridente Alessia Morani che nello scorso luglio, ne ha fatto le spese (video), confermerà:
Renzi partirà come un razzo fidando nella velocità e nella sua abitudine televisiva, sparando le solite cazzate figlie di una abbondante disinformazione.
Si scontrerà con il metodo sinallagmatico di De Mita, che non ricevendo il ricambio di prestazione da parte del suo antagonista, lo finirà lentamente a colpi di una conoscenza politica troppo distante dall'improvvisato sbruffone.
Referendum:
Le statistiche ci dicono che: su 10 atti che diventano legge,
8 sono di iniziativa del Governo
e solo 2 del Parlamento;
le leggi di iniziativa parlamentare
necessitano del triplo del tempo
rispetto ai provvedimenti di iniziativa
governativa: 233 giorni contro
109 nell’attuale legislatura
–
www.ilbollettinoirpino.blogspot.it
le iniziative del Governo hanno
una percentuale di successo molto più alta rispetto a quelle dei
parlamentari: 32% rispetto a 0,87%;
lo spazio del Parlamento nella
produzione legislativa è reso ancor
più misero dal ricorso al voto di fiducia
da parte del Governo:
con Letta nel
27,78% dei casi,
con Renzi nel 31,01%;
le leggi più importanti sono di
iniziativa governativa: provvedimenti
economici, riforme, modifiche
costituzionali, politica estera.
La Camera a cui spetterà
dare la fiducia al Governo (la Camera
dei deputati) sarà priva di legittimazione
popolare, perché eletta con una legge
elettorale il cui unico scopo è quello di
assicurare comunque una maggioranza
artificiale.
Ballottaggio, premio di
maggioranza alla singola lista, soglie
d’accesso e voto bloccato sui capilista, consegnano la Camera nelle mani di un
leader vincente anche con pochi voti,
secondo il modello dell’uomo solo al
comando.
Il voto diverrà un plebiscito per
il “capo”, che potrà scegliere e disporre
liberamente dei parlamentari, interessati
a seguire il leader che garantirà loro
la rielezione più che a farsi interpreti
della volontà popolare.
Un incentivo al
trasformismo che negli ultimi due anni e
mezzo ha già coinvolto 246 parlamentari.
Stativi buoni.
Roy