Il Presidente del Consiglio di Controllo della Volkswagen, nettamente contrario alla filosofia di Sergio Marchionne, ha pensato di dare una mano ai giovani europei. Indice un bando per assunzione di giovani menti da ogni parte Europa, per l'inserimento nella produzione della Casa automobilistica . Eccitante in un periodo difficile una dichiarazione simile, furba e lungimirante: qual è il momento migliore per organizzarsi mentre tutti gli altri sono fermi? La crisi è una grande piattaforma di lancio per chi ha idee e voglia di fare; i soldi non ci sono per i poveri o per chi ne ha pochi, ma quelli che erano ricchi prima della cosiddetta crisi, adesso lo sono ancora di più. Hanno lucrato, infatti, sulle disgrazie degli altri che hanno svenduto o abbandonato. Il caso Fiat è emblematico: mentre Marchionne ha fermato la produzione aspettando tempi migliori, BMW, Porsche, Mercedes, ma più di tutti Volkswagen, raddoppiano. Il mercato dà ragione alle tedesche che volano, e torto al canadese che dorme.
La preoccupazione che vorrei esporre è determinata da questa posizione tedesca del lavoro: servi della finanza tedesca, anche grazie ai banchieri che ci governano, lo diventeremmo doppiamente. Perdendo i nostri ragazzi quale risorsa, l'Italia non avrebbe più futuro ed inoltre anche a livello internazionale, ci riuscirebbe sempre più difficile contrastare il paese, la Germania, che sfama le nostre famiglie. Il programma di Piech è allettante ma io ci intravedo una trappola mortale dalla quale poi sarebbe difficile liberarsi, anche cambiando cento governi. Il principio italiano dovrebbe essere quello di fare da soli, non aspettare le emigrazioni, ma fornire il lavoro agli italiani come fanno in Germania ed evitare di impoverirci ulteriormente rinunciando alla ricerca ed alle idee; questo però è un discorso per chi ama il proprio Paese e non per chi lo immagina come una mucca da mungere.
Renato Di Maria