Mons. Nunzio Galatino, segretario generale della Conferenza Episcopale italiana
Non se ne può più!
Davanti all'usura delle coscienze e di una morale che almeno i dotti della Chiesa pensavamo avessero, ci ritroviamo stamattina a parlare di mons. Galatino che, urtato dall'assenza del sindaco di Roma all'incontro con i giovani dell'azione cattolica in Vaticano, ha scoperto di sentirsi romano e per questo indignato per gli alberi che cadono in città.
Meno male che nessuno l'ha scoperta, la povera Virginia, che con una sega elettrica Honda, tranciava i fusti appena s'accorgeva del sopraggiungere di un auto o un passante...!
Questo monsignore per scherzo, adirato perché l'amministrazione comunale vuole che si paghino le tasse, anche se si è in contatto diretto con il Paradiso, ha dimenticato la moneta che Gesù prese dalla bocca del pesce per pagare la sua quota a Cesare...!
Una cosa è insegnare etica ai fedeli, padre Nunzio, un'altra è prenderne atto e farsene una ragione.
Dov'è stato caro Segretario negli ultimi anni quando imperversavano i filibustieri della martinica nella Capitale?
Gli alberi cadevano, le buche si aprivano, i rifiuti spadroneggiavano e le cooperative comandavano: lei, Eccellenza, come mai non si ribellava?
Come mai non ha mai chiesto alle Caritas, specie a quelle sotto inchiesta, di fornire i resoconti del denaro percepito?
Come mai non ha sentito il dovere di far pagare le tasse a tutte le attività commerciali che si svolgono nel patrimonio immobiliare del Vaticano?
Quando ha denunciato un cardinale, un vescovo o un presbitero che non ottemperava ai dettami della Chiesa in azioni e opere, mentre si perpetravano alla grande, tante omissioni?
Come mai, lei così attento al bene del prossimo, non è mai intervenuto a far sì che il patrimonio immobiliare vaticano fosse messo a disposizione degli immigrati che il Papa raccomanda di accogliere?
www.ilbollettinoirpino.blogspot.it
Allora caro signore, prima di far parlare il suo orgoglio duramente ferito dall'assenza di Virginia Raggi al suo importante convegno, fra l'altro già anticipata venerdì, si faccia l'esame di coscienza, se ce l'ha, e scenda da questo pulpito che non le compete: non è il rispetto dei romani che l'ha indignata, ma l'acredine contro chi ha stabilito che anche i furbi debbano a Cesare quel che è di Cesare...
Ci stia bene, monsignore...!
Stativi buoni.
Roy