Ogni giorno morti e sopravvissuti, qualche milione di
persone si è riversato sulle nostre coste, qualche altro è pronto ad arrivarci,
e così fino alla fine, quando l’Italia diventerà la continuazione dell’Africa,
e gli italiani dovranno emigrare per essere scacciati dalle altre nazioni.
Sembra una battuta, ma non lo è, prendere sotto gamba gli
eventi è il nostro sport preferito, noi siamo bravi a sottovalutare i problemi,
perché non li sappiamo risolvere e se tentiamo di farlo, sbagliamo
platealmente.
Non credo che devo essere io a dare suggerimenti
risolutivi a questi grandi buffoni che guidano (?) il Paese: prendono fior di
stipendi e prebende, per denunciare i fatti…!
Alfano, come la Caritas, conta i problemi, mai che
prendesse una decisione per risolverli (dare da mangiare a chi chiede dignità,
è troppo facile, specialmente se questo fa guadagnare fior di quattrini in
contributi a fondo perduto e senza doveli mai rendicontare).
Gli altri Stati europei devono intervenire, tutti devono
fare la propria parte, l’Europa deve farsene carico…!
Fantastico, ma mentre i medici studiano, il malato muore,
dice il proverbio: andare, per esempio sulle coste libiche, innalzare tabelloni
esplicativi della truffa dei barconi, spiegare quanto troveranno, se ci arriveranno, in Europa e
difendere, sempre sul territorio africano, i profughi.
Costruire infrastrutture impiegando essi stessi, mentre si
realizzano dei villaggi prefabbricati,
organizzando rifornimenti periodici d’ogni genere, costerebbe meno in
vite umane ed economicamente.
Intanto si rischierebbe meno con l’Isis, ed altri Paesi
potrebbero incominciare a condividere il progetto ed anche a migliorarlo.
Un’idea balzana, certo, piena di buchi, vero, ma sarebbe,
finalmente, una scossa all’idiota immobilismo di questo governucolo di
ragazzini, e forse darebbe un segnale all’estero, di come gli italiani abbiano
smesso di occuparsi di pizze e mandolini…!
Stativi buoni.
Roy