Dagli al Fiorito. Tutti addosso al politico ciccione che s'è fatto i
comodi suoi con i soldi pubblici. Bersaglio facile, er Batman, e non
solo per la corporatura a dir poco massiccia. La lista della spesa è lì,
sotto gli occhi di tutti. Case, auto, oggetti di lusso, segno tangibile
delle ruberie che hanno portato in carcere l'ex capogruppo Pdl alla
Regione Lazio.
Questione di tasse. E di marchingegni contabili studiati da
professionisti specializzati in quella che con soave eufemismo viene
definito "ottimizzazione fiscale". Se prendiamo i tre maggiori istituti
nazionali, Intesa, Unicredit e Monte dei Paschi, si scopre che negli
ultimi tre anni l'Agenzia delle Entrate ha contestato qualcosa come 2
miliardi di euro tra imposte non pagate, sanzioni e interessi. Una
montagna di denaro, che in tempi di spending review avrebbe fatto
davvero comodo. Se poi paragoniamo questa somma alle ruberie contestate
nello scandalo della Regione Lazio, perfino il corpulento Fiorito
diventa un topolino.
Stativi buoni
Roy
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