Ognuno
coltiva il proprio orticello perorando cause più o meno contraddittorie.
Il
Papa, dimenticando la libertà di stampa, diventa simile al dittatore della
Corea del Nord, con due giornalisti che hanno pubblicato delle verità, proprio
quelle di cui si parla continuamente nei Vangeli, e che Francesco pare abbia
preso a riferimento stretto nelle sue omelie e nei suoi comportamenti.
In questo
caso, però, il peccato viene superato dal metodo.
Purtroppo non sempre si
riesce ad essere obiettivi, ed il Papa, ne è la prova.
Poi abbiamo la nostra
visione sul terrorismo che prescinde da chi lo causa: è sempre il Papa che lo
stigmatizza come figlio della povertà e della disperazione;
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i governanti lo
usano per aumentare il proprio indice di gradimento, dimenticando che loro
stessi lo fomentano con le azioni ed il rifornimento di soldi ed armi.
Le
vittime, che non hanno uguale dignità, basti pensare alla differenza fra i
morti africani ed europei, restano parte integrante di consumo, ed i media ci
sguazzano vergognosamente alla grande, fino a consumarne lo scempio che anche i
parenti non mancano di rappresentare tra una lacrima e l’altra, pur d’apparire
in televisione.
Ed il film è pronto: tutti mentono, tutti continuano a recitare,
e la verità si allontana sempre più, perché a nessuno, in effetti, interessa conoscerla.
Stativi
buoni.
Roy
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