NON “SYRIZA” PIÙ.
I DURI E PURI DEL PARTITO DI TSIPRAS CONTESTANO IL
PREMIER:
“HA FATTO UNA COSA INCOMPATIBILE CON IL NOSTRO PROGRAMMA.
È UN ALTRO PIANO DI SALVATAGGIO CON MISURE ANCORA PIÙ DURE. È LA SOLUZIONE PIÙ
UMILIANTE”
Quel che non torna nel conto di
Tsipras è proprio Syriza, spaccata molto più del dato numerico dei cinque
parlamentari che hanno presentato una mozione dove si chiede l’addio immediato
all’euro e il ritorno «alla sovranità nazionale» e dell’ex ministro
dell’Economia Yannis Varoufakis…
E’ incredibile il giro di valzer di Alexis Tsipras;
lo abbiamo osannato, celebrato, acclamato, e lui che fa…?
Indice un referendum per chiedere direttamente al Paese, con uno
spiccato spirito democratico, profondamente ed appassionatamente consequenziale
ad una tradizione culturale, che ha fatto della democrazia il vernacolo del
mondo civile, se accettare o no le assurde richieste da cravattari, di Merkel e
compagni!
Vince e festeggia il consenso “bulgaro” ottenuto, alla faccia di un
Europa usuraia senz’anima, lasciandoci un sapore di “new deal” umanizzante:
niente di più falso, il mondo dei bifronte e degli opportunisti, ci pervade,
lasciando ancora una volta quel senso di smarrimento e solitudine che colpisce gli
idealisti, ormai esclusi dai tempi.
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